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Il piccolo Davide, un combattente

Il piccolo Davide con i genitori al suo arrivo in Israele
Il piccolo Davide con i genitori al suo arrivo in Israele
Il piccolo Davide con i genitori al suo arrivo in Israele
Il piccolo Davide con i genitori al suo arrivo in Israele

Sarà anche piccolo, ma Davide ha il coraggio di un leone e non si fa spaventare da niente e nessuno, nemmeno dai viaggi nei Paesi lontani. In queste ore, il bambino di Cassola è arrivato in Israele con la sua famiglia ed è pronto a proseguire la sua battaglia contro la Kcnq2, grave e rara malattia genetica che causa crisi epilettiche e ritardi nello sviluppo psicomotorio.

Un vero e proprio viaggio della speranza, quello di Davide e famiglia, considerato che in Israele, e nello specifico ad Herzlya, città che fa parte del distretto di Tel Aviv, i genitori del bimbo hanno trovato un’equipe di terapisti specializzata in un approccio olistico che sembra aiutare Davide a prendere maggiore cognizione del proprio corpo.

Grazie alla grande mobilitazione promossa dal Giornale di Vicenza in tutto il comprensorio, la famiglia è riuscita a raccogliere i fondi necessari per intraprendere il viaggio.

Dopo quasi cinque ore di aereo, Davide e i suoi genitori sono sbarcati a Tel Aviv.

Hanno poi raggiunto l’appartamento, dove passeranno i prossimi dieci giorni. Davide sarà seguito in casa da un’equipe composta da tre terapiste e da un esperto di olistica.

La sfida dei medici di Tel Aviv è di riuscire a far sembrare a Davide tutto la terapia un gioco.

In realtà, gli esercizi a cui viene sottoposto quotidianamente sono di estrema importanza e hanno un obiettivo ben preciso: aiutare il piccolo a prendere confidenza con il suo capo e il suo tronco, le parti del suo corpo ancora estranee a se stesso.

«La scelta di eseguire gli esercizi direttamente nell’appartamento è dettata proprio dalla volontà di far sembrare a Davide questi esercizi un gioco, inserendoli quindi nelle normali attività della vita quotidiana - riferisce la mamma Elisa -. L’intenzione è di potenziare lo sviluppo di Davide mentre lo facciamo giocare, se possibile pure all’aria aperta».

Ovviamente, per Davide si tratta di un primo passo ma per quanto piccolo è fondamentale per sperare in un miglioramento delle sue condizioni di salute.

«Da queste terapie ci aspettiamo senza dubbio nuovi spunti per la lotta alla malattia di Davide - prosegue Elisa - anche se sappiamo benissimo che di tratta di una vera e propria battaglia. Adesso l’obiettivo però è aiutare Davide ad acquisire il controllo del proprio capo e del tronco, perché ad oggi ancora non ci riesce».

Il compito dei terapisti sarà quindi di ripercorrere le tappe del vissuto del bambino, intervenendo dal punto nel quale il suo sviluppo si è interrotto.

«Mi sembra che da quando seguiamo queste terapie Davide stia migliorando - chiude la mamma - e sia in grado di interagire in misura maggiore. La strada da percorrere è ancora lunga, ma con l’aiuto di tutti confidiamo di riuscire a migliorare giorno per giorno l’esistenza del nostro bambino».

Enrico Saretta

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