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«I richiedenti asilo
siano ridistribuiti
negli altri quartieri»

Lo stabile di via Monte Sabotino dove sono ospitati i richiedenti asilo
Lo stabile di via Monte Sabotino dove sono ospitati i richiedenti asilo
Lo stabile di via Monte Sabotino dove sono ospitati i richiedenti asilo
Lo stabile di via Monte Sabotino dove sono ospitati i richiedenti asilo

Venti ragazzii in due appartamenti con tre bagni in tutto. È questa la situazione in cui vivono i richiedenti asilo ospitati a San Vito. Situazione che per il presidente del comitato di quartiere Ezio Calmonte è assolutamente intollerabile, sia per i profughi stessi che per i residenti del rione. Sembrava che tra il comitato e la Cooperativa Con Te di Quinto Vicentino che gestisce i profughi fosse scattata la luna di miele, soprattutto per la collaborazione nell’occupazione dei giovani africani in lavori socialmente utili. In realtà, nell’ultima assemblea di quartiere, svoltasi l’altra sera, il presidente è tornato a suonare la carica.

«Così non va - riferisce Calmonte -. Noi abbiamo dimostrato una grande buona volontà per l’inserimento e l’integrazione di migranti africani. Adesso chiediamo che i nostri sforzi siano ripagati. A Bassano si predica tanto l‘accoglienza “diffusa”: noi siamo l’unico quartiere in cui questa non viene praticata».

Calmonte si riferisce chiaramente allo stato delle cose nella palazzina di via Monte Sabotino, dove vivono da qualche anno i richiedenti asilo. «La villetta è divisa in due appartamenti - spiega Calmonte -. In uno ci sono due bagni, nell’altro, molto più piccolo, ce n’è soltanto uno. In questi due spazi vivono ben 21 ragazzi. Ci rendiamo conto di come possano vivere in un modo decoroso, con soltanto tre bagni a disposizione per una ventina di persone? Per me ce ne possono stare al massimo dieci».

La cosa ha già creato diversi problemi. Ovviamente, la scarsità di servizi igienici ha fatto sì che qualche volta i ragazzi dovessero andare arrangiarsi in qualche modo all’esterno, in particolare vicino a una siepe. «Abbiamo quindi chiesto l’intervento dei vigili di quartiere e deciso di rimuovere la siepe - sottolinea Calmonte - perché la cosa stava diventando indecorosa per i residenti delle vie vicine».

Altro problema riguarda la mancanza delle fognature nell’area. «Ovviamente, i pozzi non sono adeguati a tutte quelle persone - prosegue il presidente di San Vito -. Di conseguenza, deve continuamente passare il camion per lo spurgo». Ecco quindi che per Calmonte la soluzione è una sola: ridistribuire in profughi. Cosa che però lo stesso presidente ammette non sia così semplice.

«Se questi africani fossero stati affidati a una cooperativa bassanese, come Casa Colori, sarebbe più semplice ridistribuirli in piccoli gruppi negli appartamenti che questa associazione possiede a Bassano - sottolinea -. Essendo però gestiti da una cooperativa di Quinto, ciò è più difficile, perché non ci risulta che questo ente abbia altre strutture in città. L’Amministrazione dovrebbe quindi attivarsi nei confronti della Prefettura per la ridistribuzione in altre zone della città o della provincia».

Calmonte si chiede poi che futuro avranno questi ragazzi una volta che termineranno il loro periodo sotto l’egida della cooperativa. «Probabilmente finiranno sulla strada - chiude polemico il presidente -. Dal canto nostro, proviamo a insegnare loro un mestiere con le attività di pulizia e giardinaggio del lunedì mattina».

Enrico Saretta

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