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Un’impronta ricorda
l’imprenditore pioniere

I fratelli Mastrotto davanti alla statua realizzata in memoria del padre Arciso fondatore dell’impresa. A.F.
I fratelli Mastrotto davanti alla statua realizzata in memoria del padre Arciso fondatore dell’impresa. A.F.
I fratelli Mastrotto davanti alla statua realizzata in memoria del padre Arciso fondatore dell’impresa. A.F.
I fratelli Mastrotto davanti alla statua realizzata in memoria del padre Arciso fondatore dell’impresa. A.F.

L’impronta delle dita di una mano a simboleggiare il passato ma soprattutto il futuro che si apre a nuove generazioni. Un’opera d’arte a ricordo di Arciso Mastrotto e dei suoi ideali di operosità verso la comunità arzignanese donata alla città.

C’era tutta la famiglia Mastrotto ieri mattina all’inaugurazione, al centro della rotatoria all’incrocio fra le vie Kennedy, vie Mastrotto e dei Mille, del monumento realizzato da Alberto Tadiello, l’artista risultato vincitore del concorso “Arciso Mastrotto. Memoria e Futuro”. Ma c’erano soprattutto i figli Santo, Bruno, Angelo, Rino, Mario e Nella, che hanno fortemente voluto l’iniziativa, i nipoti e tanti arzignanesi che hanno voluto esser presenti per ricordare l’imprenditore-contadino che tanto amava la sua città.

Il ricordo più commosso è stato quello del figlio Santo che ha spiegato che grazie alla lungimiranza del padre Arciso nel fondare l’impresa di famiglia fece in modo che lui non emigrasse in Venezuela: «Ha messo le basi per creare una azienda solida - ha detto -. Ci ha fatto diventare una squadra e ci ha insegnato ad affrontare i momenti difficili e felici che la vita ci avrebbe messo davanti. Grazie papà». La nipote Chiara Mastrotto ha raccontato alcuni aneddoti legati alla figura di Arciso osservando che il nonno mantenne sempre forte il legame con le origini contadine. «Fu padre ma anche maestro di vita. Ci ha trasmesso i valori del lavoro, famiglia, fede e il legame al territorio. Decise con coraggio di fondare un’azienda partendo da zero». Proprio il legame con il territorio di Arciso è stato evidenziato anche dal sindaco Giorgio Gentilin. «Per la prima volta la città ha un’opera d’arte al centro di una rotatoria - ha affermato - che rappresenta il percorso e quindi il futuro».

Dopo un momento musicale e lo scoprimento della scultura la cerimonia si è conclusa con la benedizione dell’arciprete don Lovato.

Antonella Fadda

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