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Sos centro anti-violenza
«Le risorse non bastano»

Casa Sant’Angela ad Arzignano, sede del centro anti-violenza
Casa Sant’Angela ad Arzignano, sede del centro anti-violenza
Casa Sant’Angela ad Arzignano, sede del centro anti-violenza
Casa Sant’Angela ad Arzignano, sede del centro anti-violenza

Una lettera ai sindaci dell’Ovest Vicentino. Per chiedere un aiuto economico a favore dello sportello contro la violenza sulle donne avviato un anno fa ad Arzignano dalla fondazione Casa Sant’Angela, con l’associazione Donna Chiama Donna. Un servizio, in via Cavour, che ha dimostrato con i numeri - oltre 50 colloqui nel 2017 - la necessità di un punto di riferimento locale. Ma che ha bisogno di risorse per poter continuare a vivere.

LE RISORSE. La fondazione Casa S. Angela, che lo ha finanziato finora grazie anche al contributo di privati, ha previsto una spesa di 10 mila euro per il 2018. Costo che potrebbe aumentare, viste le tante richieste, prolungando le ore di apertura, ora in alternanza lunedì mattina o martedì pomeriggio. «Non esiste uno sportello “dedicato” contro la violenza sulle donne in questo territorio - spiega Susanna Magnabosco, presidente della fondazione - noi lavoriamo in rete con i servizi di Comuni, Ulss e forze dell’ordine, e in una struttura del Vicentino offriamo anche ospitalità alle donne che vengono allontanate da situazioni familiari difficili. Oltre alla consulenza, all’assistenza, ai servizi con psicologhe e avvocati. Purtroppo il numero dei casi è oltre le aspettative, per questo, e per continuare con la prevenzione nelle scuole, abbiamo bisogno di aiuto. Abbiamo partecipato anche ad un bando della Regione, ma non sappiamo se arriverà un finanziamento e non vogliamo chiudere il servizio».

L’APPELLO. Da qui la lettera-appello ai sindaci, che partirà nei prossimi giorni e fornisce qualche dato sul 2017: 54 colloqui per richieste di aiuto, 31 donne seguite dal servizio, 13 consulenze legali. «Alcuni casi si sono risolti - continua Magnabosco - una ventina di persone invece vengono ancora seguite. Alcune situazioni sono gravi e richiedono un’assistenza più che settimanale». Sono 15 i casi ad Arzignano, 8 a Montecchio, ma le donne arrivano da tutto l’Ovest Vicentino. Su 31 casi, una ventina sono donne italiane, una decina straniere. E 16 hanno figli minori a carico. «Solo due hanno presentato denuncia alle forze dell’ordine e noi le seguiamo nel loro percorso - spiega Laura Zanichelli, presidente di Donna Chiama Donna, che da tempo gestisce anche il centro antiviolenza comunale di Vicenza - ma la richiesta di donne in situazioni familiari difficili è molta. Essere prese in carico significa seguire un percorso, dalla consulenza legale a quella psicologica, con una équipe di persone».

I MINORI. Nella maggior parte dei casi le donne hanno tra i 40 e i 50 anni, ma tra le richieste di aiuto si va dai 18 ai 77 anni. «Si parla di maltrattamenti di qualsiasi genere – continua Zanichelli – di tipo fisico, psicologico ed economico. E di stalking. E poi ci sono i bambini. Non si pensa mai al danno che subisce un figlio piccolo che assiste a maltrattamenti pesanti e a violenze nei confronti della mamma». Sabato è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. E anche lo sportello chiede aiuto.

Luisa Nicoli

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