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Risarcimento a 3 medici
Lo ha deciso il tribunale

I tre medici lavorano all’ospedale Cazzavillan.  ARCHIVIO
I tre medici lavorano all’ospedale Cazzavillan. ARCHIVIO
I tre medici lavorano all’ospedale Cazzavillan.  ARCHIVIO
I tre medici lavorano all’ospedale Cazzavillan. ARCHIVIO

Tre medici che lavorano all’ospedale di Arzignano hanno vinto la causa cotro l’Ulss 8 (all’epoca Ulss 5).

Il tribunale di Vicenza ha accolto il ricorso presentato nel 2015 per il riconoscimento della progressione di carriera e l’adeguamento economico contrattuale sulle indennità maturate nel 2013 dopo cinque anni di lavoro a tempo indeterminato, con valutazione positiva del collegio tecnico dell’ospedale, ma applicati dall’Ulss soltanto da gennaio 2015. Da quando cioè è venuto meno il blocco degli stipendi di tutti i dipendenti pubblici stabilito dalle finanziarie e dalla legge di stabilità per gli anni 2011, 2012, 2013 ed esteso anche al 2014.

Al centro del contendere quindi c’è l’interpretazione della norma in merito ad alcuni automatismi contrattuali, che l’Ulss 5 allora ha ritenuto bloccati in toto dalle disposizioni nazionali e che invece la sentenza del tribunale ha considerato un evento straordinario, al di fuori delle normali dinamiche contributive, e quindi da riconoscere regolarmente nel momento in cui arrivavano a maturazione.

Di conseguenza la sentenza ha stabilito che ai tre dottori, una ginecologa, un’anatomopatologa e un radiologo, l’Ulss 8 Berica sia condannata a pagare, in relazione alle indennità di esclusività per il passaggio dalla prima alla seconda fascia, quanto dovuto per parte del 2013 e per il 2014, complessivamente poco oltre 33mila euro, e a riconoscere una progressione di carriera con un incarico dirigenziale. Una sentenza contro la quale l’Ulss sta valutando un possibile ricorso.

«A seguito del blocco previsto dalle finanziarie a livello nazionale c’è stata disomogeneità di comportamento all’interno delle varie regioni sull’applicazione degli automatismi contrattuali in merito agli stipendi - spiega Tiziano Zenere, direttore amministrativo dell’Ulss 8 Berica –. Per questo valuteremo se e in che maniera procedere con un ricorso, anche alla luce di altre sentenze. Perchè si è creata difformità di comportamento».

I tre medici dell’ospedale Cazzavillan hanno presentato ricorso perché nel corso del 2013 avevano maturato il primo scatto previsto dal contratto nazionale sulla dirigenza medica della sanità. E come detto l’Ulss non lo aveva applicato considerandolo tra le componenti dello stipendio bloccate per tutti i dipendenti pubblici dal 2011. «Ma ripartite e quindi pagate dal 1° gennaio 2015, quando il blocco è stato revocato», spiegano.

I tre medici però hanno richiesto, e ora ottenuto, il pagamento del pregresso. Gli oltre 33mila euro infatti fanno riferimento all’indennità di esclusività, mentre per quando riguarda l’assegnazione di una nuova funzione la sentenza non ha precisato la tempistica.

Tra l’altro, ricordano i dirigenti dell’unità socio-sanitaria vicentina, quando è stato deciso il blocco degli stipendi agli enti pubblici, era stata anche ridotta alle Ulss la voce “spesa del personale” e quindi «bloccare gli automatismi relativi alle indennità di esclusività è stato quasi un atto dovuto, perché comunque non c’erano i soldi per pagarli». L’Ulss 5 aveva infatti applicato la normativa a tutti i medici che avevano maturato lo scatto contrattuale negli anni del cosiddetto blocco agli stipendi ma, oltre a questo, non ci sono stati altri ricorsi.

Luisa Nicoli

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