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Il braciere acceso in casa
Tre immigrati uccisi
dal monossido di carbonio

A nulla sono valsi i soccorsi degli uomini del suem 118. I tre immigrati erano già morti. FOTOSERVIZIO MASSIGNAN
A nulla sono valsi i soccorsi degli uomini del suem 118. I tre immigrati erano già morti. FOTOSERVIZIO MASSIGNAN
A nulla sono valsi i soccorsi degli uomini del suem 118. I tre immigrati erano già morti. FOTOSERVIZIO MASSIGNAN
A nulla sono valsi i soccorsi degli uomini del suem 118. I tre immigrati erano già morti. FOTOSERVIZIO MASSIGNAN

Sono morti tutti e tre nel sonno, senza neppure accorgersene dopo una serata di festa trascorsa con alcuni connazionali indiani. Stroncati dal monossido di carbonio sprigionato dalla carbonella di un barbecue, trasportato in casa durante la notte forse per scaldarsi. La tragedia è stata scoperta nel primo mattino di sabato in una casa trifamiliare in via Bevilacqua 43 a San Pietro Mussolino. Le vittime sono tre cittadini indiani: si tratta di Angrej Singh di 40 anni residente a Porto Sant’Elpidio nelle Marche, domiciliato da qualche tempo nel comune dell’Alta Valle, di Rajo Ram, 35 anni, di Cassola e di Mohammad Amjad, 29 anni, di Cerea nel Veronese.

I tre avevano trascorso la serata a cena con alcuni amici nell’appartamento al primo piano, dove Angrej Singh viveva da una decina di giorni in via Bevilacqua, dopo il trasferimento dalle Marche, per festeggiare la sua partenza per l’India prevista per questi giorni. L’uomo avrebbe raggiunto la moglie e i due figli per trascorrere con loro alcune settimana. Dai primi accertamenti dei carabinieri della Compagnia di Valdagno la morte dei tre immigrati sarebbe stata provocata da un’intossicazione di monossido di carbonio dovuto alle esalazioni emesse dal braciere a carbonella, utilizzato poche ore prima per una grigliata all’esterno e poi portato in casa forse ancora acceso.

A dare l’allarme un vicino di casa, Jasbir Singh, collega di lavoro di Angrej Singh, che abita con la famiglia al piano superiore della trifamiliare dove si è consumata la tragedia. Entrambi, infatti, sono impiegati in una ditta di Legnago nel Veronese, “Serenissima”, di distribuzione di materiale pubblicitario, che pare abbia un deposito poco distante da via Bevilacqua a San Pietro Mussolino.

Sabato mattina verso le 7 Jasbir Singh non ha trovato ad attenderlo il collega, autista del furgone che trasportava i connazionali in giro per la provincia a distribuire i volantini. Ha bussato alla porta dell’alloggio non ottenendo però alcuna risposta. A quel punto, per capire cosa fosse accaduto, ha deciso di andare nel retro dell’abitazione e di forzare la finestra del bagno. Quando è entrato in camera da letto la tragica scoperta: i tre uomini erano esanimi ognuno nel suo letto. Jasbir ha immediatamente allertato il 118 ma al loro arrivo i soccorritori non hanno potuto far altro che constatare il decesso.

«La sera prima avevamo organizzata una cena con amici connazionali - racconta Jasbir che aveva partecipato alla festa -. Avevamo cucinato della carne alla brace. Poi due degli invitati sono rimasti a dormire nell’alloggio al piano terra di via Bevilacqua». Probabilmente i tre uomini avevano deciso, viste le basse temperature, di portarsi in camera da letto il braciere per avere più caldo. Non hanno però calcolato le conseguenze letali di un tale gesto e la morte è arrivata per intossicazione nel sonno senza che se ne rendessero conto.

Dopo l’allarme dato dal connazionale, sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Valdagno e i vigili del fuoco di Arzignano che hanno registrato nell’abitazione un’alta concentrazione del letale monossido di carbonio. Poi le tre salme sono state trasportate all’obitorio di Arzignano a disposizione dell’autorità giudiziaria mentre l’alloggio di via Bevilacqua è stato posto sotto sequestro.

«Siamo in strada per 300 giorni l’anno - ha affermato sotto shock uno dei titolari della ditta “Serenissima” - e poi si muore così. Singh era una persona in gamba, seria ed affidabile. Aveva appena chiesto le vacanze per andare in patria dalla famiglia». Anche gli altri due indiani avevano lasciato nel loro Paese d’origine la famiglia.

Sconvolti anche i vicini italiani: «Non li conoscevamo ma come altri stranieri, erano qui, lontani dalle loro famiglie, per cercare lavoro. Dispiace davvero assistere a queste tragedie»

Antonella Fadda

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