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I Pfas costano 2,5 milioni
Anticipati con le bollette

Ogni filtro per purificare i Pfas nelle 3 cisterne costa 20 mila euro e ha una durata tra i 2 e i 6 mesi. A.MAS.
Ogni filtro per purificare i Pfas nelle 3 cisterne costa 20 mila euro e ha una durata tra i 2 e i 6 mesi. A.MAS.
Ogni filtro per purificare i Pfas nelle 3 cisterne costa 20 mila euro e ha una durata tra i 2 e i 6 mesi. A.MAS.
Ogni filtro per purificare i Pfas nelle 3 cisterne costa 20 mila euro e ha una durata tra i 2 e i 6 mesi. A.MAS.

I perfluori pesano come macigni sul piano investimenti civili di Acque del Chiampo. Così, nonostante l’aumento dell’8 per cento in bolletta, l’ente gestore ha dovuto rinviare migliorie ai servizi acquedotto, depurazione e fognatura. Nel conto economico, infatti, mancano 2 milioni 500 mila euro spesi per arginare il grave problema dei Pfas. «Abbiamo dovuto riorganizzare il piano in virtù della spese non previste per i perfluori» precisa Alberto Serafin, amministratore unico di Acque del Chiampo. «L’annunciato aumento delle tariffe acqua degli utenti civili non ha connessione diretta con i costi sostenuti per i perfluori alchilici. Ma nel conto economico mancano i milioni spesi per i Pfas. E quindi il problema in bilancio resta».

L’amministratore unico della società, che gestisce il ciclo idrico integrato in 10 comuni, non usa mezzi termini quando spiega il piano investimenti civili futuri. «Il costo totale degli interventi dovuti ai Pfas è di 2 milioni 500 mila euro. I lavori sono già stati realizzati o in corso. Una cifra elevata se si considera che l’investimento nel civile si aggira ogni anno tra i 3 milioni 500 mila euro e i 5 milioni e 500 mila». «Per questo ci siamo rivolti alla Miteni - prosegue Serafin -. Oltre all’esposto del Consiglio di Bacino Valchiampo infatti, che chiede all’azienda di Trissino di pagare le spese sostenute e il ripristino del territorio con allegato studio che accerta le responsabilità dell’inquinamento, ci sono anche le lettere della nostra società che già a marzo di quest’anno, assistita da uno studio legale, ha chiesto il risarcimento danni. E che ha ribadito la richiesta di un rimborso delle spese passate e future, il ripristino della risorsa acqua e l’eliminazione di ogni fonte emissiva di inquinamento. Vogliamo sederci con loro ad un tavolo per arrivare ad una soluzione nell’interesse della collettività».

Alberto Serafin ribadisce che i costi per i Pfas non hanno una relazione diretta sull’aumento della tariffa, calcolata sui consumi degli anni precedenti che hanno segnato una flessione e quindi una diminuzione delle entrate. «Ma - ripete - mancano sul conto economico».

Per quanto riguarda le spese per i Pfas, nel 2013 quasi 400 mila euro sono stati investiti per allestire il laboratorio per misurazioni e monitoraggi in Acque del Chiampo. «Le spese principali sono per il sistema di filtri ai carboni attivi che ha richiesto la costruzione e la manutenzione di tre grandi cisterne in cui l’acqua viene filtrata con polvere di carbonio - continua l’amministratore unico di Acque del Chiampo -. Ogni filtro-cisterna costa 20 mila euro e ha una durata da un minimo di 2 ad un massimo di 6 mesi. L’altro grande investimento è relativo all’allacciamento all’acquedotto dell’utenza di Brendola e Lonigo servita solo dai pozzi. Da subito abbiamo garantito acqua potabile e sicura con condotte provvisorie o fontanelle, adesso stiamo avviando la posa e l’attivazione di un nuovo tratto di condotta definitiva del valore di 1 milione 690 mila euro».

Luisa Nicoli

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