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PELLIZZARI IL VISIONARIO

Antonio col padre Giacomo su una macchina delle Officine PellizzariAntonio Pellizzari mentre dirige l’Orchestra della Scuola musicale di ArzignanoL’imprenditore musicista
Antonio col padre Giacomo su una macchina delle Officine PellizzariAntonio Pellizzari mentre dirige l’Orchestra della Scuola musicale di ArzignanoL’imprenditore musicista
Antonio col padre Giacomo su una macchina delle Officine PellizzariAntonio Pellizzari mentre dirige l’Orchestra della Scuola musicale di ArzignanoL’imprenditore musicista
Antonio col padre Giacomo su una macchina delle Officine PellizzariAntonio Pellizzari mentre dirige l’Orchestra della Scuola musicale di ArzignanoL’imprenditore musicista

«Un lampo di intelligenza, di cultura, di preparazione, di impegno sociale e morale». Così Antonio Lora ricorda la figura di Antonio Pellizzari, unico figlio maschio del grande imprenditore Giacomo, scomparso ad Arzignano l’11 luglio di sessant’anni fa. Musicista e direttore d’orchestra, imprenditore per tre anni alla guida dell’azienda paterna, creatore di una Scuola d’arte e cultura per gli operai, amico di Neri Pozza e Antonio Barolini, Antonio Pellizzari fu una figura complessa, non di rado contestata. Antonella Brian, nel libro “Antonio Pellizzari (1923 – 1958). Un uomo solo tra musica e utopia”, curato da Lora e Augusto Dal Molin, parla di “polemiche e misteri che hanno circondato i suoi tre anni alla guida dell’azienda dopo la morte del padre e la sua stessa fine”. Il libro citato è un’antologia di testi e testimonianze raccolte dal Comitato Giacomo Pellizzari ed edita nel 2009. Lora racconta: «L’11 luglio 1958 Antonio Pellizzari moriva improvvisamente nel suo appartamento di Arzignano ricavato nell’area delle Officine. Non aveva ancora 35 anni. Lo sconcerto fu grande in tutti gli strati della popolazione. E il dolore e il rimpianto rimasero a lungo negli animi non solo di chi lo aveva conosciuto personalmente, ma anche di coloro che ne avevano conosciuto le opere e la fama». Dopo gli studi umanistici coltivò il talento musicale, arrivando a proporre con Neri Pozza sette concerti fra il 1942-43, e creando la “Collana del Pellicano” che pubblicò lirici greci e lo stesso scrittore Barolini. Durante un periodo di apprendistato a Roma si avvicinò alla cultura di sinistra, tanto che il padre, quando nel 1947 lo nominò vicepresidente della Pellizzari Spa, temeva che non volesse prendere in mano le redini dell’azienda. In realtà Antonio Pellizzari, influenzato da Gramsci, Croce e dalla Bauhaus, da una parte seppe avviare la società sulla via dell’elettronica (conosceva Adriano Olivetti), dall’altra creò iniziative sulla base dell’idea della funzione sociale dell’arte. La Scuola di Arzignano, in particolare, nata nel 1952 accanto all’orchestra e al Conservatorio di musica per gli operai – i corsi erano diretti da Arrigo Pedrollo –, era concepita come “una libera università di arti pittoriche, cinematografiche, teatrali”. Pellizzari portò ad Arzignano alcuni tra i migliori rappresentanti della cultura italiana, tanto da diventare un caso. Nell’ottobre del 1953 finanziò l’allestimento di due opere al Teatro Olimpico; creò il quindicinale “Cinema Nuovo”, con interventi, tra gli altri, di Cesare Zavattini e Tullio Kezich. Gradualmente gli impegni in azienda, anche per le condizioni di salute del padre, lo portarono ad occuparsi sempre meno dell’orchestra e della scuola. Problemi finanziari, opposizioni politiche, discordie interne segnarono gli ultimi anni prima della morte. «Di lui rimangono gli elenchi dei concerti e delle iniziative, qualche rara incisione discografica, una modesta documentazione fotografica» prosegue Lora, che in un altro passaggio spiega come «per ‘capire’ Antonio Pellizzari è necessario ‘studiarlo’, cioè leggerlo e coglierne con completezza critica il pensiero (…), bisogna saperlo inserire nel contesto temporale in cui è vissuto». L’Amministrazione comunale assieme a chi lo ha conosciuto direttamente lo ricorderà con una cerimonia al monumento dedicato alla Pellizzari al Villaggio Giardino alle mercoledì 11 luglio alle 11: «Oltre al ricordo dell’Amministrazione – spiega Mattia Pieropan assessore alla cultura - ci sarà un momento musicale e uno spazio per Bepi De Marzi, un “figlio” di Pellizzari: De Marzi nasce culturalmente da quella esperienza ed è memoria autorevole della nostra comunità». Inoltre è in programma per ottobre una serie di incontri dedicata ad Antonio Pellizzari, con la presentazione di un nuovo libro e una serata del maestro De Marzi. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Isabella Bertozzo

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