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Assalti anche nel Vicentino

Colpi ai bancomat
18 giostrai ancora
liberi per errore

Due le bande che hanno colpito in Veneto e Lombardia
Due le bande che hanno colpito in Veneto e Lombardia
Due le bande che hanno colpito in Veneto e Lombardia
Due le bande che hanno colpito in Veneto e Lombardia

TREVISO. È stata una disputa a fioretto sul filo del codice di procedura penale tra il gip di Treviso Umberto Donà e gli avvocati difensori, ma il risultato finale è quello di una bomba sociale: per la seconda volta è tornata in libertà la doppia “banda del bancomat”, vale a dire un gruppo di 18 “giostrai” pregiudicati e arrestati per vari assalti a casse bancomat fra Veneto e Friuli. Gli indagati, accusati di associazione per delinquere finalizzata alla consumazione di furti, rapine, riciclaggio e ricettazione, oltre che di detenzione di armi da fuoco, erano finiti in cella due volte su ordinanza del magistrato il quale, però, la seconda volta, ha omesso l’interrogatorio di garanzia in base ad una interpretazione del Cpp secondo la quale, trattandosi della stessa serie di reati, l’obbligo sarebbe stato esaurito con la prima tornata. In quel primo caso, tuttavia, il Tribunale del riesame aveva ritenuto inefficace la misura cautelare e l’aveva annullata «per mancanza di specificazione delle esigenze cautelari per singolo indagato», spiega l’avv. Fabio Crea.

 

LA REVOCA. Un vizio cui il magistrato aveva subito posto rimedio con la successiva ordinanza. In questo modo, però, sostengono i difensori, correggendo la formulazione, il giudice avrebbe emesso un provvedimento diverso, quindi c’era di nuovo l’obbligo di procedere a un interrogatorio di garanzia. Il che, appunto, non è stato svolto, con inevitabile nuovo ricorso dei legali al Tribunale del riesame. A questo punto sarebbe stato lo stesso Gip a porre fine alla vicenda. Donà ha revocato la propria ordinanza, motivando la decisione con il venir meno, dato il tempo trascorso, delle esigenze di custodia cautelare in carcere per tutti gli indagati che così attenderanno il giudizio in condizione di piena libertà. E così sono libere persone accusate di qualcosa come 35 colpi in cinque mesi, di cui sette nel Vicentino: nel dicembre 2015 all’Antonveneta di Sandrigo, nel marzo 2016 alla Popolare di Marostica di Monticello C.O., poi nell’aprile alla Volksbank di Malo, nel luglio all’Antonveneta di Montegalda, e nel marzo sempre di un anno fa al Credito Trevigiano di Mussolente, alla Volksbank di Tezze sul Brenta e alla Popolare di Verona di Rossano Veneto.

 

CIAMBETTI. Sulla vicenda della scarcerazione interviene il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti, che loda la polizia e le forze dell’ordine che hanno fermato i terroristi kosovari di Venezia e parla invece per questo caso di «notizia sconcertante: un vizio procedurale ha aperto per la seconda volta (sì, la seconda volta) la porta delle patrie galere a questi professionisti del terrore: immaginatevi la faccia di quanti, non senza fatica, erano riusciti a sgominare l’organizzazione composta da due distinte bande coordinate tra loro». «Si resta sconcertati e sgomenti: tra vizi procedurali, errori, dimenticanze, scarcerazioni facili» perché, conclude Ciambetti, «i delinquenti le pene non le scontano più, le fanno scontare a noi. E non si tratta di demagogia, ma di verità».

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