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Colpi in serie ai bancomat
Blitz nei campi nomadi
Venti arresti, 4 vicentini

Il campo nomadi di via Cricoli, in città, dove ieri mattina si sono presentati i carabinieri per il blitz
Il campo nomadi di via Cricoli, in città, dove ieri mattina si sono presentati i carabinieri per il blitz
Il campo nomadi di via Cricoli, in città, dove ieri mattina si sono presentati i carabinieri per il blitz
Il campo nomadi di via Cricoli, in città, dove ieri mattina si sono presentati i carabinieri per il blitz

Sono accusati di aver messo a segno trentacinque assalti ai bancomat di istituti di credito sparsi tra il Veneto e la Lombardia in appena otto mesi, racimolando un bottino complessivo di mezzo milione di euro. I carabinieri hanno sgominato due gruppi, composti da nomadi e giostrai, specializzati nel prendere di mira con l’esplosivo le banche. Venti le persone finite in manette al termine dei blitz effettuati nelle prime ore di ieri in tutta la regione. Tra loro ci sono quattro vicentini, già noti alle forze dell’ordine: Matteo e Rodolfo Cavazza, di 36 e 30 anni, domiciliati nel campo di via Cricoli in città; Davide Massaroni, 34, trovato a Rosà in via Vecchia; e Lorenzo Cassol, 50, fermato a Monticello Conte Otto.

LE ACCUSE. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal giudice trevigiano Umberto Donà. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, gli indagati erano divisi in due bande distinte che avevano un unico collegamento: il trevigiano Jody Garbin, l’artificiere che confezionava e piazzava nei bancomat i piccoli ordigni artigianali, che in gergo vengono chiamati “marmotte”. Pesantissime le accuse che, a diverso titolo e a seconda dei ruoli, vengono contestate agli arrestati: dall’associazione a delinquere finalizzata all’assalto con l’esplosivo agli sportelli bancomat al furto aggravato di automobili e targhe usate per la fuga dopo i colpi, dalla resistenza a pubblico ufficiale per aver usato la schiuma degli estintori per rallentare l’inseguimento dei carabinieri alla rapina, alla ricettazione di veicoli e attrezzi utilizzati durante gli assalti.

GLI ASSALTI. Dei trentacinque colpi che gli investigatori contestano alle bande, sette sono stati commessi nel Vicentino, tra tentati e riusciti. Il 24 dicembre del 2015 i nomadi avevano preso di mira la filiale della Banca Antonveneta di Sandrigo, asportando circa 10 mila euro. Durante la notte del 13 marzo c’erano stati addirittura tre colpi: al Credito cooperativo trevigiano di Mussolente, alla Volksbank di Tezze sul Brenta e alla banca Popolare di Verona a Rossano Veneto. Il 26 dello stesso mese i nomadi avevano invece messo gli occhi sulla banca Popolare di Marostica, a Vigardolo di Monticello Conte Otto: bottino 22 mila euro. Il 9 aprile era stata la volta della Volksbank di Malo, mentre il 23 luglio si era verificata l’esplosione alla banca Antonveneta del gruppo Mps in piazza Marconi, a Montegalda. In città e provincia, le gang avrebbero inoltre commesso numerosi furti di vetture, soprattutto Bmw 320 e Audi S6, utilizzate negli assalti.

PRONTI A TUTTO. Per gli inquirenti, i due gruppi studiavano minuziosamente i loro obiettivi e le vie di fuga. Ma erano anche pronti a tutto, perfino a spruzzare la schiuma degli estintori, rubati in un distributore di benzina della Total Erg di Villafranca nel Veronese, contro i carabinieri durante gli inseguimenti. Nel corso di molti dei blitz dell’altra notte, i militari hanno sequestrato armi e denaro. Non è però il caso del campo nomadi di via Cricoli, che i carabinieri vicentini hanno circondato in forze mentre un elicottero controllava l’operazione dal cielo.

LA REAZIONE. «Con questa operazione i carabinieri di Treviso e i loro colleghi di Padova, Vicenza e Verona hanno dato un’altra mazzata alla malavita in Veneto. Bravi e grazie ai militari dell’Arma», ha commentato il governatore Luca Zaia. Che ha proseguito: «Ripulire il territorio da questo tipo di criminalità, che è quella che di più spaventa i cittadini, è uno degli obbiettivi che più qualificano la lotta a una delinquenza sempre più aggressiva e sempre più spesso spietata. Oggi i nostri tutori dell’ordine – ha concluso il presidente del Veneto – hanno mandato un nuovo, ennesimo forte messaggio a ogni tipo di malavita: non provateci, perché prima o poi vi prendiamo».

Valentino Gonzato

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