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infrastrutture

Autostrada Brescia-Padova, con l’anno nuovo rincari del 2,3%: la rivolta dei consumatori

Ma gli aumenti nei prossimi giorni riguarderanno quasi tutta la rete comprese A4, A21 e Brebemi

Autostrade più care nel 2024: secondo quanto deciso dal Consiglio dei ministri l'aumento delle tariffe sarà adeguato all'aumento dell'inflazione prevista dalla Nadef per il 2024, cioè del 2,3%. Di fatto, per proteggere le entrate dei concessionari autostradali, si applica un meccanismo simile alla vecchia scala mobile, ma varrà solo fino al 30 marzo 2024: poi le tariffe saranno decise dai Piani economico-finanziari che le società non sono ancora riuscite a produrre.

Gli aumenti sulle tratte 

Per quanto riguarda le arterie che insistono sul Vicentino, gli aumenti dei pedaggi scatteranno sulla Brescia-Padova, mentre Autostrade per l’Italia, la concessionaria della tratta di A4 tra Brescia e Milano, adeguerà le tariffe nei prossimi giorni sempre nel range indicato dal decreto Milleproroghe. Stesso discorso per il Gruppo Gavio che controlla la A21 e per Brebemi.

La protesta dei consumatori

Intanto le organizzazione dei consumatori sono in rivolta: i rincari «sono ingiustificati e favoriscono solo gli utili dei gestori privati autostradali», attacca Assoutenti, che chiede al Parlamento di «votare contro» la norma del Milleproroghe. «Invece di aumentarli i pedaggi dovrebbero essere diminuiti come forma di indennizzo a fronte dei gravi disservizi registrati sulle autostrade nel 2023», tuona il Codacons. Da qui la richiesta al Garante dei prezzi di intervenire.

In arrivo la stangata del 2024

Per le organizzazioni dei consumatori - gli aumenti andranno ad aggravare la stangata che colpirà tutti con il nuovo anno, «dopo le assicurazioni per le auto (aumento di quasi l'8%), i costi telefonici e la fine del mercato tutelato del gas»: «Tutte voci che riaccenderanno l'inflazione e ridurranno la capacità di spesa». Da parte di Autostrade per l'Italia si fa notare che è dal 2018 (cioè dal crollo del Ponte Morandi) che la concessionaria non applica aumenti tariffari, salvo alcuni rincari autorizzati per singole tratte con un decreto interministeriale a firma Salvini-Giorgetti nel 2023. Nel maggio 2022, la prima concessionaria autostradale è passata a un nuovo gruppo di soci, fra questi i fondi di investitori Blackstone e Macquarie, e i nuovi soci hanno a loro volta azionisti a cui rendere conto.

I Piani economico-finanziari

Ma sarà appunto nei Piani economico-finanziari (Pef) che presenteranno le società concessionarie in primavera che saranno definiti gli incrementi tariffari «in eccesso o in difetto». L'aumento del 2,3% è fino a fine marzo, poi - commentano i consumatori - si rischia di arrivare ad aumenti superiori al tasso di inflazione stimato dalla Nadef.

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