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Colpo mortale ad una gamba
Così è morto il rapinatore

di Diego Neri
Il benzinaio, che ha sempre detto di aver mirato alle gambe, è indagato per eccesso colposo di legittima difesa. I tifosi del Vicenza esporranno uno striscione in curva in favore di Stacchio
La Renault Laguna in cui è morto Albano Cassol, 41 anni. Ieri è stata analizzata dagli inquirenti. COLORFOTO
La Renault Laguna in cui è morto Albano Cassol, 41 anni. Ieri è stata analizzata dagli inquirenti. COLORFOTO
La Renault Laguna in cui è morto Albano Cassol, 41 anni. Ieri è stata analizzata dagli inquirenti. COLORFOTO
La Renault Laguna in cui è morto Albano Cassol, 41 anni. Ieri è stata analizzata dagli inquirenti. COLORFOTO

NANTO. ORE 18.05 GLI ULTRAS CON STACCHIO. Si moltiplicano le iniziative di solidarietà a favore di Graziano Stacchio, il benzinaio di 65 anni di Nanto, indagato per eccesso colposo di legittima difesa dopo la sparatoria di martedì sera che ha portato all’uccisione del rapinatore Albano Cassol, nomade di 40 anni. Il sindaco di Nanto ha fatto stampare magliette con la scritta «Io sto con Stacchio» e da ieri sera uno striscione con lo stesso slogan è appeso alle finestre del municipio. Gli ultras del Vicenza hanno annunciato l’intenzione di esporre la stessa scritta sugli spalti dello stadio Menti sabato prossimo in occasione della partita con il Perugia. Una pagina Facebook di solidarietà ha già raccolto migliaia di «like», mentre sono centinaia le firme su un documento che viene fatto passare di casa in casa. A breve dovrebbe partire anche una raccolta di fondi per sostenere le spese legali e quelle relative alle consulenze che saranno necessarie per la difesa del benzinaio.

ORE 17.37 BANDITO COLPITO ALLA GAMBA. Un colpo di fucile alla gamba, poco sopra il ginocchio. È questa la ferita che sarebbe costata la vita di Albano Cassol, il nomade ferito da un benzinaio dopo la tentata rapina di Nanto (Vicenza). L’esercente, Graziano Stacchio, aveva detto fin da subito che non aveva intenzione e di uccidere. «Ho mirato alle gambe solo per fermare il bandito che stava avanzando e che sparava» ha spiegato più volte. L’esame esterno del cadavere avrebbe mostrato un colpo alla gamba, poco sopra il ginocchio. È probabile che il proiettile, sparato con un fucile mauser, abbia lesionato un importante vaso sanguigno, tanto da provocare una emorragia rivelatasi alla fine mortale. La certezza arriverà solo dall’autopsia, che però è stata ulteriormente rinviata. Il pubblico ministero Cristina Gava, infatti, vuole avvisare formalmente anche i familiari del deceduto, in modo da dare anche a loro il diritto di nominare un consulente medico da affiancare al dottor Vito Cirielli, incaricato dalla procura. Si è anche appreso intanto che Cassol è stato trovato in possesso di una pistola, una beretta cal.9, con la matricola abrasa ma non illeggibile e i carabinieri stanno cercando di capire da dove provenga.

ORE 6 Graziano Stacchio è indagato. Il benzinaio di Ponte di Nanto è stato iscritto sul registro delle persone sottoposte ad accertamenti con l'ipotesi di eccesso colposo di legittima difesa. «Un atto dovuto», si affretta a chiarire il procuratore di Vicenza Antonino Cappelleri. «La sua è stata una legittima difesa palese», commenta il suo difensore, l'avvocato Lino Roetta. Il diretto interessato si limita a riferire: «Sbagliate a dire che sono un eroe».
L'INCHIESTA. Dopo il far west di martedì sera, la procura ha avviato accertamenti per fare velocemente chiarezza. L'obiettivo del pubblico ministero Cristina Gava, che già l'altra sera aveva partecipato al sopralluogo con i carabinieri, è duplice: da un lato comprendere come sia morto Albano Cassol, il giostraio di 40 anni deceduto dopo la tragica rapina allo Zancan store, e dall'altro catturare la sua pericolosa banda di complici. Un compito in salita, ma l'apparato investigativo vicentino ha tutti i numeri per riuscirci. Al momento, però, l'unico indagato è il benzinaio Stacchio, 65 anni, di Nanto. Ma non per omicidio, come si poteva ipotizzare, bensì per l'eccesso colposo. Si sarebbe cioè, in ipotesi, “difeso troppo”, sparando forse un colpo in più. Ma si tratta di una supposizione tutta da valutare, che serve per i necessari sviluppi giudiziari.
I PASSAGGI. La procura nella giornata di oggi dovrebbe incaricare il medico legale Cirielli di compiere l'autopsia su Cassol. Sarà un passaggio determinante dell'inchiesta, perché potrà chiarire molti dubbi: dove è stato colpito il rapinatore, da quale arma (il fucile di Stacchio, o il kalashnikov dei complici), e soprattutto se la causa della morte è riconducibile al colpo d'arma da fuoco o all'impatto in auto contro il muretto. Il benzinaio, essendo indagato, avrà la possibilità di nominare un proprio consulente che assista quello della procura. Anche la famiglia di Cassol potrebbe farlo. Non solo. In un secondo momento, è probabile che il pm disponga (o chieda al giudice di disporre) una consulenza balistica, per fare chiarezza sulla gragnuola di colpi sparati davanti allo Zancan store.
LA PROCURA. «L'iscrizione sul registro degli indagati del cittadino intervenuto - ha detto ieri Cappelleri - è un atto dovuto, reso indispensabile dall'esigenza di garantire la partecipazione e l'interlocuzione della difesa agli accertamenti tecnici. Pertanto, l'astratta ipotesi di reato che interessa Stacchio è quella di eccesso colposo di legittima difesa ovvero nell'uso legittimo delle armi, ma la situazione processuale sarà determinata, sotto il profilo della effettiva responsabilità, solo all'esito delle indagini, che saranno compiute con attenzione, obiettività e diligenza». Il procuratore aggiunge anche come «nessuno voglia dare addosso al commerciante, per la sua incolumità siamo preoccupati». Una pattuglia dei carabinieri staziona davanti alle pompe di benzina.
LA DIFESA. L'avvocato Roetta, che ha accompagnato Stacchio l'altra sera in caserma dei carabinieri per il lungo interrogatorio al quale il commerciante è stato sottoposto, è stato chiaro. «Nessuno discute l'indagine, ma il comportamento del benzinaio rientra a pieno titolo nella legittima difesa. Perché? Quando ha visto i banditi accanirsi nella vetrina ha urlato loro di andarsene, ma non gli hanno badato. Spaventato per le sorti della commessa, Jenny, che sapeva essere sola in negozio, è corso in casa ed ha preso il fucile che detiene legittimamente, e lo ha usato dopo aver urlato ancora per sparare in aria». Il primo dei 5 colpi esplosi da Stacchio ha colpito un terrazzino della sua abitazione, ma tanto è bastato per far sì che i malviventi puntassero le armi contro di lui. «Gli hanno sparato ad altezza uomo, e lui si è nascosto per difendersi. Ha rischiato la vita, ed è stato solo allora che ha risposto al fuoco».
MIRA ALLA MACCHINA. «Stacchio ha puntato alle gomme e al motore dell'auto dei banditi. Fra l'altro, se avesse voluto uccidere - prosegue il legale - avrebbe potuto sparare contro i finestrini delle vetture, quando i rapinatori gli sono passati davanti per scappare. Non lo ha fatto, non ha mai perso la testa». Davanti ai militari, il benzinaio ha spiegato che uno dei malviventi che gli sparava addosso era nascosto dietro la portiera, aperta, della macchina: «Se sono stato io a colpirlo, devo averlo preso alle gambe». «La legittima difesa prevede che vi siano un danno ingiusto e una proporzione della difesa rispetto all'offesa - chiosa Roetta -, che in questo caso mi paiono evidenti. Rispetto ad esempio ad altri fatti di cronaca, che hanno visto privati cittadini sparare contro i ladri in fuga, Stacchio ha sparato contro chi aveva aperto il fuoco contro di lui».
LE TELECAMERE. La procura coordina anche la complessa fase delle ricerche dei banditi. Decisive, da questo punto di vista, ma preziose anche per la ricostruzione dei concitati momenti della sparatoria, saranno le immagini delle telecamere di servizio montate all'esterno della gioielleria, che sono state già acquisite dagli inquirenti. I quali stanno cercando altre telecamere private o pubbliche che possano aver ripreso qualcosa di utile all'inchiesta. «Li prenderemo tutti», promette un detective.
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