Proseguono le indagini della squadra mobile della questura di Vicenza per trovare il responsabile dello sparo che ha colpito un giovane di 20 anni al torace nel parco giochi dietro la parrocchia di Setteca’ intorno alle 20 di mercoledì sera.
Le indagini
Il ragazzo che, poche ore dopo l’accaduto, era stato individuato e sottoposto a tutti gli accertamenti del caso nella giornata di giovedì, compreso l’esame dello Stub per capire se nelle mani ci fossero tracce di polvere da sparo, è stato rimandato a casa. A quanto è stato possibile apprendere, il sostituto procuratore Paolo Fietta che coordina l’indagine, non ha siglato alcun provvedimento restrittivo.
Gli agenti della polizia scientifica hanno individuato e repertato un bossolo nell’area del parco giochi. Questa prova dovrà essere confrontata con l’ogiva estratta dal corpo del 20enne ferito. Sembra confermato che il proiettile di una calibro 9 sia stato sparato per un regolamento di conti tra due bande rivali di giovani italiani. Al momento non è escluso che il motivo dietro al grave episodio nel parco, che avrebbe potuto avere conseguenze ben peggiori, sia il controllo dello spaccio di droga.
Da quanto è stato possibile apprendere, anche se a sparare sarebbe stata una sola persona, il responsabile non avrebbe agito da solo. Tutte le persone coinvolte si sarebbero presentate a Setteca’ a volto coperto. Gli inquirenti, nonostante continuino a mantenere il più stretto riserbo sul loro lavoro, sembrano fiduciosi di poter chiudere l’indagine in breve tempo e stanno lavorando senza sosta per raggiungere il risultato.
Anche ieri mattina gli agenti della Scientifica sono tornati nella frazione al confine con Torri per trovare ulteriori tracce utili ad arricchire il fascicolo aperto in procura per tentato omicidio.
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Il ferito
Le condizioni del ragazzo ferito continuano a migliorare, tanto che dal reparto di rianimazione del San Bortolo, è stato trasferito in quello di chirurgia dove i medici dell’ospedale cittadino continuano a osservarne le condizioni. Il proiettile sarebbe stato sparato da lontano e avrebbe colpito il ragazzo di rimbalzo, spezzandogli una costola.
Sarebbe stata proprio questa la “fortuna” del giovane. La frattura costale avrebbe impedito al colpo di raggiungere organi vitali, pur intaccando il fegato. Nella stessa giornata di giovedì, il ragazzo era stato operato.
L’agguato
Tra i tanti dubbi legati a quanto accaduto mercoledì sera a Setteca’ c’è anche quello delle modalità di arrivo del ferito al San Bortolo: nonostante lo sparo, nessuno avrebbe sentito rumori strani e nessuno, soprattutto, avrebbe attivato i numeri di soccorso. Nessuna chiamata al centralino della questura, a quello dei carabinieri e nemmeno alla centrale operativa del Suem 118.
Stando a quanto è stato possibile apprendere, il ragazzo ferito sarebbe stato scaricato dalle persone che erano con lui al pronto soccorso dell’ospedale. Solo dopo aver capito quello che era accaduto, i medici in servizio nel reparto, come da prassi in casi come questo, hanno allertato le forze dell’ordine che sono accorse e hanno fatto scattare l’indagine. Questo dettaglio aveva da subito fatto ipotizzare che tutti i coinvolti nell’agguato, anche le persone che si trovavano con il ferito, avessero paura di esporsi.
La frazione
Intanto i residenti hanno preso la palla al balzo dopo l’agguato di mercoledì sera per denunciare una situazione che non sembrerebbe più idilliaca come qualche tempo fa in quella che era una tranquilla zona residenziale. Hanno messo in evidenza strani movimenti che avevano come fulcro proprio il piccolo parco tra il campo sportivo e la parrocchia, ma anche passaggi di automobili sospetti nel parcheggio accanto alla canonica e alla piastra sportiva.