Con una mano tiene al guinzaglio Peppo e Stella, i meticci di piccola taglia che gli fanno compagnia da 12 anni, con l’altra regge una pinza raccogli-rifiuti. La passeggiata quotidiana con i cani, per Fiorenzo Rosa, pensionato di 70 anni che vive ai Pomari, coincide sempre con una spedizione «per il decoro del quartiere». Le sue missioni ecologiche sono iniziate quasi per caso nel 2016, subito dopo la pensione, seguendo l’esempio di una vicina di casa. E sono diventate con il tempo sistematiche e con “bottino” garantito: difficile tornare a mani vuote. Carte, fazzoletti, guanti di plastica, mascherine, vetro, lattine; nel sacchetto che il residente porta con sé finisce di tutto. «Soprattutto mozziconi, in questi anni ne avrò raccolti oltre 10 mila, al ritmo di cento al giorno, soprattutto intorno alle panchine. Anche le pellicole che avvolgono i pacchetti di sigarette sono molto insidiose».
I percorsi battuti sono sempre gli stessi
Il vialetto Elsi e l’area dei campi sportivi, con la pista ciclabile che affianca la bretella dell’Albera, lì dove lo sguardo si allarga dai rifiuti ai vandalismi. «All’uscita del sottopassaggio ciclabile, qualcuno ha divelto la cassetta che proteggeva il quadro elettrico per l’illuminazione del tunnel e di parte del percorso, quindi la sera questa zona è buia», lamenta il cittadino che indica una risma di fogli bianchi infilati all’interno del contenitore rovesciato, tra i fili elettrici. «Se qualcuno non interviene potrebbero appiccare il fuoco», avverte.
La passeggiata lungo la ciclabile
La passeggiata lungo la ciclabile che collega i Pomari con la Carpaneda continua. A terra si trova un bicchiere di plastica, un gratta e vinci, la confezione plastificata di una barretta energetica, persino la pagina strappata di un passaporto. «Abbandonare i rifiuti rappresenta l’ultimo anello di una catena di comportamenti improntati alla maleducazione e alla mancanza di rispetto verso il bene pubblico».
L'amore per la politica
Ex operaio, prima edile, poi farmaceutico, Rosa ha militato nel Pci fino allo scioglimento del partito, ricoprendo anche l’incarico di segretario della sezione di Breganze. Oggi, anche senza tessere in tasca, ha trovato il modo di mettersi a servizio della comunità. «Lo faccio perché sono molto motivato, ma anche arrabbiato con le istituzioni che potrebbero fare di più. Ad esempio, prevedere che gli sfalci d’erba siano preceduti da un’accurata pulizia di parchi e aiuole; basterebbe una clausola da inserire nei contratti di affidamento dei lavori. Spesso, invece, si procede con le manutenzioni del verde senza prima aver raccolto i rifiuti e così accade che questi rimangano sul terreno e poi siano più difficili da individuare e togliere».
In quartiere, il pensionato è considerato una sentinella anti-degrado
«Le persone che incontro apprezzano quello che faccio, mi ringraziano, mi dicono che tutti dovrebbero fare così; tutto questo mi fa piacere, ma penso che dalle parole occorrerebbe passare ai fatti». Lungo la ciclabile, un mese fa, anche un ritrovamento insolito: «Due pneumatici, li ho recuperati con l’auto, erano in parte incastrati nel terreno chissà da quanto tempo». Nel fosso di scolo che costeggia il tracciato si scorgono un jersey e un segnale stradale dentro l’acqua. «Chiudevano il sottopasso allagato durante l’ultima ondata di maltempo - scuote la testa - non sono ancora venuti a riprenderli».