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La grande opera

Vicenza, il bacino di viale Diaz è realtà. «Ora tocca al Retrone»

Dopo cinque anni di lavori inaugurata l'opera anti-piene del Bacchiglione per la salvaguardia della città di Vicenza.
Vicenza, inaugurazione bacino di viale Diaz (COLORFOTO)

Con l'inaugurazione di questa mattina (giovedì 11 aprile) il bacino di viale Diaz è ufficialmente entrato nella “squadra” delle opere realizzate dopo la grande alluvione di Ognissanti del 2010 per mettere in salvo la città in caso di criticità idrauliche. Grazie alla nuova infrastruttura e ai bacini di laminazione sul torrente Timonchio a Caldogno e sull’Orolo a Costabissara e Isola Vicentina, ora Vicenza dispone di tre invasi in grado di contenere oltre 6 milioni di metri cubi d’acqua. Anche se manca ancora un tassello fondamentale per dormire sonni più tranquilli: la messa in sicurezza del Retrone che, come visto anche a febbraio, rischia di diventare una minaccia a fronte di eventi atmosferici intensi. «Ci stiamo lavorando», ha garantito il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, poco prima di tagliare il nastro del nuovo bacino sul fiume Bacchiglione.

La cerimonia di inaugurazione

Un traguardo celebrato davanti a un pubblico delle grandi occasioni, che ha dato l’opportunità al governatore e all’assessore regionale alla protezione civile e al dissesto idrogeologico Gianpaolo Bottacin di fare il punto sul piano di difesa idraulica messo in campo per il Veneto e Vicenza e di inquadrare i prossimi obiettivi. Punti condivisi con il sindaco Giacomo Possamai, anche sul fronte delle opere idrauliche connesse al cantiere dell’alta velocità-alta capacità, «da anticipare per mettere in sicurezza la città».

Bacino di viale Diaz, i numeri dell'opera

Guardando alle caratteristiche  dell'intervento, l'opera, costata 19,1 milioni di euro, di cui 17,3 milioni coperti da risorse del Piano sviluppo coesione della Regione Veneto, potrà ricevere fino a 1,2 milioni di metri cubi d’acqua. Realizzati, infine, anche 9,8 chilometri di arginature, la cui manutenzione resterà in campo alla Regione.

Una tappa cruciale, ha evidenziato Zaia, «del grande piano elaborato da commissario per l’emergenza dopo l’alluvione del 2010». Un piano «da 2,7 miliardi che comprendeva 23 bacini, in gran parte realizzati, a dimostrazione di come in Veneto puntiamo sull’investimento in bacini di laminazione e interventi strutturali invece di fermarci a pensare ai risarcimenti del post emergenza, subendo gli eventi atmosferici senza voler creare opere di difesa». Anzi, «faccio un appello a Roma - ha aggiunto -. Se ci dessero un miliardo di euro, potremmo mettere a terra ancora altri bacini e dimostrare all’Italia che questo è il modello da seguire». 

Ora tocca al Retrone

Sul fronte del Retrone,  «è importante - ha sottolineato il sindaco - chiedere a Iricav Due di anticipare il progetto, inserito nel secondo lotto costruttivo, per la realizzazione del bacino di laminazione sull’Onte, affluente del Retrone, a Sovizzo. Si tratta di un’opera già progettata, che occorre anticipare al primo lotto costruttivo, perché sia messa in campo da questo autunno, non c’è un minuto da perdere per mettere in sicurezza la città».

Un altro fronte su cui intervenire, ha considerato Possamai, è «la realizzazione di un canale scolmatore». Tutte soluzioni su cui è già avviato il confronto con la Regione.

«Vogliamo lavorare sul Retrone, che resta il nostro cruccio - ha confermato Zaia -, portando fuori l’acqua dall’alveo con un canale scolmatore e disperderla in un bacino, stiamo lavorando per questo». «Il tema della Tav - ha concluso il presidente - ci può aiutare, se riuscissimo ad anticipare il bacino sull’Onte, avremmo la possibilità di mettere in cantiere subito l’opera, che ci potrebbe aiutare sul fronte del Retrone». 
 

Laura Pilastro

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