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VICENZA

Dall’ex Consorzio a S. Silvestro. Gli “hotel” dell’abbandono

Tutte le protezioni al polo di viale Trento sono state divelte da nuovi occupanti e montagne di rifiuti campeggiano ovunque. I luoghi dimenticati della città sono utilizzati come rifugio dai senzatetto
Rifiuti accatastati in mini-discariche dall’odore nauseabondo ovunque nel complesso
Rifiuti accatastati in mini-discariche dall’odore nauseabondo ovunque nel complesso
Gli "hotel" dell'abbandono

Se per entrare nel complesso di San Silvestro si deve fare un po’ di fatica per oltrepassare un buco nella rete, l’accesso all’ex consorzio agrario di viale Trento non richiede gesti atletici. La recinzione di via fratelli Stuparich è completamente divelta e permette di entrare nel perimetro della vastissima area senza fare il minimo sforzo. 

Il cancello è aperto

Ma anche il cancello dal lato di viale Trento, che fino a qualche mese fa era serrato da un pesante lucchetto, è stancamente aperto e permette di entrare senza scavalcare. I segni inequivocabili di nuove occupazioni abusive all’ex consorzio agrario non finiscono qui: alcune porte, specialmente quelle dei servizi igienici - che di igienico hanno ben poco - sono state forzate e spalancate, probabilmente per concentrare in quei punti le deiezioni.

Nello stabile più vicino a viale Trento, le porte di legno compensato che sono state installate per evitare occupazioni restano su. Il problema sono le porte “originali”, con inserti in vetro: le lastre vitree sono infatti sono solo un lontano ricordo e l’accesso è relativamente comodo per chi ha motivazioni abbastanza forti da scavalcare.

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I segni dei bivacchi

Anche qui, i segni di occupazioni e bivacchi che si sono accumulati nel tempo sono molto evidenti. In una stanza campeggia una brandina da cui è sparito il materasso che era in bella mostra qualche settimana fa. In compenso, però, ci sono due ciabattine bianche, anche se non candide, da hotel. All’interno degli ambienti, quelli che erano bivacchi si sono trasformati in cumuli di rifiuti che emettono un odore nauseabondo nonostante le temperature siano sufficientemente rigide da “anestetizzare” l’olezzo. Figurarsi quello che può succedere con il caldo estivo. Verso il muro di cinta, ci sono degli indumenti appesi, come se fossero stati messi ad asciugare.

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Circolando per l’immensa area con residui di un passato industriale e produttivo, moltissime delle porte che erano state chiuse, ora sono aperte. Anche quella di una cabina elettrica sul lato rivolto verso l’ex istituto “Baronio”. Anche lì, la rete di protezione è del tutto divelta ed è possibile entrare e uscire solo facendo un passo un po’ più lungo della media. Immenso l’edificio rivolto a nord-est. Il tetto è pericolante, con pezzi di quello che parrebbe calcestruzzo che sono in bilico. Le vetrate delle porte d’ingresso non esistono più.

Basta accucciarsi per accedere

Dentro, facendo la dovuta attenzione a quello che penzola dal tetto e cercando di evitare che qualcosa non colpisca la testa, il vuoto. Oltre ai servizi igienici, che restano dotati di tutti i sanitari, non c’è altro. Le pareti sono state tutte imbrattate con scritte del genere più vario. In quest’ala non sembrerebbero evidenti segni di occupazioni recenti. Del resto, ci sono porzioni molto più accessibili e “comode” per chi dovesse addentrarsi nell’ex consorzio. Un’altra cosa che manca, per fortuna, sono evidenti segni di consumo di sostanze stupefacenti. Non si trovano siringhe, aghi o carte stagnole. Almeno in apparenza, perché quello che può essere nascosto nei cumuli di rifiuti sparsi qua e là resta ignoto. Ciò che non manca, invece, sono le bottiglie vuote che hanno contenuto una grande varietà di alcolici. Sono disseminate in ogni angolo. 

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L'area di San Silvestro

Qualche giorno fa abbiamo avuto la possibilità di accedere all’area di San Silvestro. Anche il complesso monumentale era stato nuovamente occupato, così come lo studentato, nonostante l’attenzione delle forze dell’ordine e dell’amministrazione, tramite la polizia locale, resti molto alta. Entrate e uscite dal grosso buco nella rete di viale Risorgimento nazionale, davanti agli occhi delle centinaia di automobilisti che transitano di lì, sono evidenti.

Le reti che proteggevano il complesso storico, come detto, sono state forate. Da lì, si può arrivare alla griglia di protezione dello studentato, che è stata piegata e permette di passare, anche se con qualche difficoltà. La polizia locale aveva scovato e allontanato una decina di persone poche settimane fa.

Resta il problema dei luoghi abbandonati della città che rimangono luoghi ambiti da senzatetto e persone in difficoltà per trascorrere le notti ma anche, purtroppo, per consumare alcol e droga. 

Karl Zilliken

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