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Vicenza

Influencer 23enne morì di overdose. «L'appartamento era un covo di spaccio»

L'8 gennaio 2022 Vanessa Bruno venne trovata morta in una casa popolare in viale Astichello. L’inquilino rinviato a giudizio per aver attirato pusher e acquirenti per fatti che sarebbero stati accertati dalla polizia prima della disgrazia.
A sinistra Vanessa Bruno, 23 anni; a destra il condominio popolare in viale Astichello dove è avvenuto il dramma
A sinistra Vanessa Bruno, 23 anni; a destra il condominio popolare in viale Astichello dove è avvenuto il dramma
A sinistra Vanessa Bruno, 23 anni; a destra il condominio popolare in viale Astichello dove è avvenuto il dramma
A sinistra Vanessa Bruno, 23 anni; a destra il condominio popolare in viale Astichello dove è avvenuto il dramma

La casa popolare del Comune in viale Astichello, a Vicenza, dove morì per overdose Vanessa Bruno, influencer italobrasiliana di 23 anni, era un covo di spacciatori dove si consumavano diversi tipi di droghe già tempo prima che avvenisse la disgrazia. Ne è convinta il pubblico ministero Maria Elena Pinna, che ha ottenuto il rinvio a giudizio dell’inquilino Roberto Ferronato, 52 anni, noto alle cronache. L’imputato, difeso dall’avvocato Matteo De Meo, dovrà dunque rispondere di aver trasformato quell’appartamento in un ritrovo abituale per pusher e clienti. Il processo comincerà il prossimo 7 luglio. L’indagine per fare luce sulla morte di Vanessa, invece, rimane aperta. Il pubblico ministero Alessandra Block ha iscritto sul registro degli indagati lo stesso Ferronato e Rashiti Besnik, 32 anni, cittadino originario dell’ex Jugoslavia che avrebbe accompagnato la vittima in quella casa. In questo caso, l’intitolazione del fascicolo è per “morte come conseguenza di altro reato”. Gli inquirenti vogliono scoprire chi aveva ceduto lo stupefacente a Vanessa.

Il blitz in viale Astichello un mese e mezzo prima della tragedia

I fatti contestati a Ferronato che hanno portato al suo rinvio a giudizio sarebbero stati accertati dalla polizia giudiziaria nel corso di un controllo effettuato il 25 novembre 2021, ovvero un mese e mezzo prima della morte dell’influencer, accertata l’8 gennaio 2022. Il giorno del blitz gli investigatori si erano presentati nell’alloggio al piano terra della palazzina al civico 206 di viale Astichello dove avrebbero rinvenuto un barattolo di bicarbonato utilizzato per tagliare le sostanze, due bottiglie di plastica modificate per consumare droga, due rotoli di carta stagnola usati e un cucchiaio da tavola con fondo annerito. Per gli inquirenti, Ferronato avrebbe dunque adibito l’appartamento che gli era stato assegnato dal Comune «a luogo di convegno di persone» che consumavano tra quelle mura «sostanze stupefacenti o psicotrope, in quanto dava appuntamento ai soggetti acquirenti dello stupefacente che si recavano nel locale allo scopo di rifornirsi della sostanza». L’imputato, che non ha scelto riti alternativi, avrà la possibilità di difendersi nel corso del dibattimento.

La madre di Vanessa chiede giustizia

Nel frattempo, è ancora in corso l’indagine per accertare eventuali responsabilità nel decesso di Vanessa. La madre della vittima, Selma Garcia, pretende che venga fatta giustizia. L’autopsia e gli esami tossicologici hanno stabilito che la morte della ragazza, conosciuta anche nell’ambiente della musica trap, è stata provocata da un arresto cardiocircolatorio dovuto all’assunzione di sostanze stupefacenti. 

Valentino Gonzato

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