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Vicenza/Lonigo

Travolto da una valanga in Slovenia, muore giovane alpinista

Miloš Ristic, 33 anni, era in cordata con un compagno. La tragedia risale al 30 marzo: i corpi sono stati trovati pochi giorni fa.
Milos Ristic: l’alpinista di 33 anni che risiedeva a Vicenza ha perso la vita in Slovenia
Milos Ristic: l’alpinista di 33 anni che risiedeva a Vicenza ha perso la vita in Slovenia
Milos Ristic: l’alpinista di 33 anni che risiedeva a Vicenza ha perso la vita in Slovenia
Milos Ristic: l’alpinista di 33 anni che risiedeva a Vicenza ha perso la vita in Slovenia

«La parete nord del Triglav ce l’aveva in testa da parecchio tempo», raccontano gli amici. Purtroppo, però, quel sogno si è trasformato in tragedia. Miloš Ristic, il 33enne vicentino di origini serbe, è stato travolto da una valanga in Slovenia e ha perso la vita.

Le cause della tragedia non hanno ancora contorni definiti e le notizie arrivate in Italia sono poche e frammentate. Le prime ipotesi parlano di una valanga staccatasi dall’alto, ma la polizia slovena smentisce questa tesi dicendo che non c’è traccia di slavine in zona. 

La valanga in Slovenia

Si fa dunque largo anche l’idea che Miloš Ristic, o il compagno di cordata e connazionale Žarko Čič, possa essere scivolato trascinando giù anche l’amico. L’alpinista berico e l’amico 42enne sono stati travolti dalla valanga lo scorso 30 marzo ma i loro corpi sono stati trovati ai piedi della vetta più alta della Slovenia solamente martedì 2 aprile, al termine di estenuanti ricerche condotte dal Soccorso alpino locale. «Le salme di Ristic e Čič erano all’incrocio con la via alpina tedesca e la classica Cez Prag. Presumibilmente sono stati travolti da una valanga nel primo quarto della salita dalle cosiddette pareti bianche vicino al Bučarjeva stena» scrive un amico dei due sui social. 

Chi era Miloš Ristic

Miloš Ristic lascia la giovane moglie Marija e il figlio di sei anni Vuk. Entrambi si trovano già a Lebane, città natale dell’alpinista, dove oggi (sabato 6 aprile) alle 13 si svolgeranno i funerali e dove verrà seppellita la salma. 

Il giovane appassionato di montagna, che con la famiglia viveva nel quartiere cittadino di Sant’Agostino, era arrivato a Vicenza in giovane età e lavorava in una vetreria di Lonigo.

Sportivo e alpinista esperto

«Era una persona buona e mi strappava sempre un sorriso quando parlava in dialetto vicentino con accento serbo - ricorda di lui l’amico Adamo Rovelli -. Ci eravamo conosciuti sui social nel 2021, a farci incontrare era stata la passione per la montagna. E infatti subito dopo la pandemia abbiamo iniziato ad organizzare uscite assieme. Ricordo la sua tranquillità e la sua preparazione sportiva. Nell’ultimo anno, infatti, correva spesso maratone e mezze maratone. Tutto senza trascurare la famiglia: moglie e figlio lo seguivano per la gara e poi trascorrevano del tempo assieme. Ultimamente ci eravamo un po’ persi di vista, considerati gli obiettivi sportivi diversi; non lo sentivo da qualche settimana, ma non avrei mai voluto ricevere il messaggio che annunciava la sua morte». 

Con i due, a intraprendere la scalata della parete nord del Triglav (Monte Tricorno, 2.864 m), doveva esserci anche un terzo alpinista, Zoranom Pernjakovićem. Quest’ultimo però, in un’intervista rilasciata a una testata locale, ha parlato di condizioni meteo avverse che l’avrebbero fatto rinunciare all’ascesa.  

Ma Miloš Ristic, socio di Dolomiti Emergency, era esperto e aveva all’attivo oltre 50 vette conquistate.

Raccolta fondi per la famiglia

«Ho parlato con gli amici e i famigliari di Miloš - racconta un altro compagno di avventure, Marco Friso -. Mi hanno girato un link che evidenziava pericolo valanghe elevato. Nel giorni precedenti era stato caldo e aveva piovuto, la neve era pesante e la situazione potenzialmente pericolosa. Dicono che Miloš e Čič siano morti sul colpo. Io so solo che era da molto che parlava di questa impresa e che la voleva fare in invernale. Sembrava una via impegnativa, ma la preparava da tempo ed esperienza ne aveva. Quando ci eravamo conosciuti? Circa tre anni fa e assieme abbiamo conquistato parecchi 4.000. L’ultima volta l’avevo visto un mese fa per una cena in compagnia e mi aveva raccontato proprio del Monte Tricorno. So che il Psk Kukavica e la Federazione alpinistica serba hanno negoziato con la Slovenia per trasportare il corpo di Miloš in Serbia e che si sta creando una raccolta fondi per aiutare la moglie e il figlio a pagare le spese». 

Il ricordo di Tarcisio Bellò

E a ricordare il giovane 33enne è anche l’alpinista di fama mondiale Tarcisio Bellò che ha scalato molte vie nuove e cime inviolate fra Piccole Dolomiti, Ande, Hindu Kush, Himalaya e Karakorum. «Avevo conosciuto Miloš Ristic lo scorso lunedì 25 marzo durante un’uscita al Vajo Fratta Piccola - racconta il vicentino -. Quando mi hanno inviato il messaggio che raccontava dell’incidente non volevo crederci. Inoltre non trovavo notizie online; solo dopo qualche giorno si è letto di quanto accaduto dalla stampa locale. L’impressione che ho avuto è che fosse un bravo ragazzo, responsabile ed esperto. Ho scalato una via del Triglav all’inizio degli anni Novanta, e mi viene da dire che la valanga dev’essere scesa dall’alto, da una zona non percepibile come pericolosa. È una grande tragedia». 

Sara Marangon

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