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A Vicenza

Un murale per Paolo Rossi, ma la raccolta fondi resta a secco

Il progetto grafico di Kobra resta ancora top secret (foto d'archivio)
Il progetto grafico di Kobra resta ancora top secret (foto d'archivio)
Il progetto grafico di Kobra resta ancora top secret (foto d'archivio)
Il progetto grafico di Kobra resta ancora top secret (foto d'archivio)

Non hanno finanziato Pablo, ma Pablo è vivo. Il grande murale di Pablito Rossi sul grattacielo Everest nel Quadrilatero si farà e questa una certezza; un’altra certezza è che se sarà possibile ingaggiare il super artista brasiliano Kobra per colorare l’immensa superficie urbana di 60 per 20 metri non sarà grazie alla generosità dei vicentini chiamati a partecipare al crowdfunding ma solo allo sforzo delle imprese che hanno deciso di fare da sponsor. 

Sono stati raccolti poco più di 1.000 euro. Una cifra, quella raccolta sulla piattaforma Ulule che, da qualsiasi prospettiva si guardi, è davvero insignificante. Ancora di più se si pensa che l’intento degli organizzatori di Wallabe era quello di mettere insieme circa 100 mila euro, ovvero più o meno la metà di quanto serve per imprimere l’effigie di Paolo Rossi sull’Everest. Nemmeno i lavori di Ale Giorgini hanno ingolosito i potenziali donatori. La raccolta “Il mio nome è Paolo Rossi” è stata chiusa alla fine di aprile, addirittura senza aspettare il limite previsto qualche giorno dopo. La decisione di Wallabe è arrivata perché era chiaro la somma necessaria non sarebbe stata donata attraverso quel canale. Fino ad allora, aveva concentrato solo qualcosa più dell’1 per cento di quanto ci si aspettava.

«La raccolta è stata chiusa anticipatamente perché non stava andando come ci si aspettava, anche se oltre ai 1.000 euro c’era anche da conteggiare qualche bonifico diretto - racconta Federica Sansoni di Wallabe che organizza la realizzazione - Sono poi subentrati alcuni sponsor e imprenditori che copriranno buona parte delle spese e investire sul crowdfunding non ci è sembrata una scelta efficace. È un meccanismo che ancora non è facile per tutti. Bisognava comunque fare delle attività di investimento che abbiamo preferito concentrare verso gli imprenditori che avevano mostrato la loro disponibilità». E se qualcuno volesse comunque donare? «Noi teniamo aperta la possibilità di un contributo diretto attraverso il nostro sito e ci sono comunque le stampe di Ale Giorgini - prosegue Sansoni - la volontà di muoversi c’era ma evidentemente più sotto forma di gruppo e non come azione singola. I gruppi possono donare privatamente». Questo mette a repentaglio la realizzazione del murale? «No - conclude Sansoni -Questo non modifica nulla. I fondi sono in crescita e il progetto si farà. Ci servono 200 mila euro e siamo a un po’ più della metà. Poi ci sarà tutta la parte dedicata all’evento che non è conteggiata nel computo totale. Il crowdfunding voleva essere un modo per portare il progetto alla città senza calarlo dall’alto ma evidentemente non avevamo lo slancio per portare avanti questo progetto. Gli imprenditori, invece, stanno rispondendo». L’obiettivo rimane il 2023. 

Karl Zilliken

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