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Vicenza

Ubriaco in Siberia
merita le manette
Condanna a 4 anni

Un tipico paesaggio siberiano: il vicentino si era recato diverse volte in Russia per questioni famigliari
Un tipico paesaggio siberiano: il vicentino si era recato diverse volte in Russia per questioni famigliari
Un tipico paesaggio siberiano: il vicentino si era recato diverse volte in Russia per questioni famigliari
Un tipico paesaggio siberiano: il vicentino si era recato diverse volte in Russia per questioni famigliari

Quella disavventura gli ha segnato la vita, e rischia di pagarne carissime le conseguenze. Dovrà infatti organizzarsi per promuovere un ricorso in Appello davanti al tribunale di Gorno, in Siberia, per evitare di finire nelle carceri della regione russa più fredda e più estesa, a migliaia di chilometri da casa. Diego Zattra, vicentino di 37 anni, è stato infatti condannato a 3 anni e 8 mesi di reclusione nelle scorse settimane dai giudici siberiani, per i reati equivalenti alla guida in stato di ebbrezza, alla guida senza patente e alla resistenza a pubblico ufficiale. Zattra dovrà anche pagare una multa pari a 5 mila euro.

I VIAGGI. Fino al momento dell’arresto, che risale alla metà di ottobre del 2015, Zattra si recava con una certa frequenza in Siberia per ragioni famigliari. Spesso lo accompagnava la moglie Nicoletta, e la coppia era solita fermarsi alcuni giorni in una cittadina non lontana da Gorno-Altajsk, nella regione di Altaj, a 3.600 chilometri a nord-est di Mosca, non lontano dalla catena degli Urali. I vicentini avevano acquisito una certa dimestichezza con la zona; erano soliti arrivare in aereo e noleggiare una macchina per gli spostamenti.

L’ARRESTO. A metà ottobre a Gorno il freddo è già intensissimo e la colonnina di mercurio scende abbondantemente sotto zero. Quella sera, da quanto è stato possibile ricostruire, la coppia si era spostata in auto dopo cena, durante la quale Zattra deve aver bevuto degli alcolici, se non altro per scaldarsi un po’. Durante il tragitto era al volante quando la vettura era stata fermata per un controllo da una pattuglia della polizia. Secondo gli agenti il vicentino aveva bevuto; da quanto è emerso, in Siberia non c’è l’obbligo dell’alcoltest. E Zattra aveva sì ammesso di aver bevuto, ma di essere perfettamente lucido; eventualmente avrebbe proseguito la moglie. Ma gli agenti gli hanno anche contestato la regolarità della patente, sostenendo che non era sufficiente quella italiana, e che avrebbe dovuto ottenere un permesso di guida russo. Zattra, quando aveva capito che le cose si stavano mettendo male, aveva avuto un gesto di stizza, allontanando un agente mentre cercava nel bagagliaio dei documenti. E si era ritrovato ammanettato. Era stato portato in caserma e aveva passato la notte in una camera di sicurezza. Quindi, versata una cauzione, era tornato libero ed era rientrato in Italia non prima di essersi trovato un avvocato a Gorno. Da quel giorno non ha più messo piede in Siberia, nonostante le questioni di famiglia.

IL PROCESSO. Zattra ha scelto di non recarsi in Russia per il processo, confidando nel suo legale e nella testimonianza rilasciata da sua moglie. Ma il tribunale ha accolto in pieno le richieste della pubblica accusa, condannando il vicentino alla pesante pena che, se confermata, dovrà essere scontata in carcere. Per questo, appresa la notizia, Zattra si sta organizzando per opporsi alla sentenza di primo grado e per far valere le sue ragioni.

Diego Neri

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