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Negli ospedali vicentini

Tre donatori di organi salvano 12 persone in attesa di trapianto

Maxi prelievo di organi in 24 ore su tre pazienti a Vicenza e ad Arzignano

Donazioni, prelievi e trapianti da primato. Tutto nel giro di 12 ore vissute freneticamente. Vicenza ancora sugli scudi. E una cronaca da minuto per minuto che ha visto il San Bortolo epicentro nazionale.

Tre donatori vicentini salvano 12 vite

Tre donatori, tre famiglie distrutte dal dolore, ma pronte a dire sì al prelievo degli organi dei loro cari che non ci sono più, e 12 pazienti dal nord al sud dell'Italia, a Verona, Padova, Treviso, Milano, Bergamo e Bari, da anni in attesa di un trapianto, salvi grazie a questo estremo gesto di amore.

Espianto da primato negli ospedali di Vicenza e Arzignano

Poi, 3 gruppi chirurgici, 2 al San Bortolo e uno all'ospedale di Arzignano, in una lotta contro il tempo, venerdì pomeriggio, in altrettante sale operatorie, dalle 14 alle 20, per prelevare gli organi. Ancora prima le rianimazioni di Vicenza e del Cazzavillan, dirette da Vinicio Danzi e Silvio Marafon, impegnate per ore nelle procedure di accertamento di morte cerebrale stabilite dalla legge.

E, in parallelo, un incredibile lavoro di organizzazione fra il centro regionale trapianti, il Nit, Nord Italia transplant, e il coordinamento locale affidato a Stefano Marcante, che devono incrociare dati clinici e liste di attesa per individuare i pazienti idonei al trapianto in base a un algoritmo condiviso, quello che nel grande mare di un network con migliaia di nomi e di parametri che verifica il livello di compatibilità fra donatore e ricevente.

Equipe di medici partiti da 6 ospedali d'Italia per trasportare gli organi-salvavita

Infine, un traffico straordinario di aerei, automediche, ambulanze, volanti della polizia di scorta, per far arrivare a Vicenza le equipe partite dai 6 ospedali coinvolti nei trapianti e rientrate immediatamente per portare gli organi salva-vita.

E anche qui sale chirurgiche già preparate, pazienti in trepida attesa sui lettini operatori, specialisti che hanno iniziato subito gli interventi, alcuni più rapidi e altri più complessi, terminati positivamente alle 2 del mattino di ieri.

La generosità di tre famiglie

Senza volto e senza nome i 3 donatori: un ragazzo di 20 anni, che già in vita aveva scelto di donare i propri organi; un uomo di 51, che aveva espresso la stessa volontà di donare; e una donna della stessa età, per la quale sono stati i familiari ad acconsentire alla donazione.

Pochi giorni fa, al San Bortolo, un prelievo di organi a cuore fermo

Pochi giorni fa, sempre al San Bortolo, il secondo prelievo di organi a cuore fermo per la cosiddetta Dcd, Donation after cardiac death, che richiede organizzazione, tecnologie e risorse umane difficilmente presenti al di fuori di pochi grandi ospedali. Protagonista di questo altro prezioso dono una donna di 62 anni. Una situazione irreversibile, senza ritorno. L'accertamento di morte.

L'inizio della circolazione extra-corporea per preservare gli organi. Il radar attivato dal Nit. L'arrivo delle equipe per i prelievi da Genova, Milano e Padova. E altri 5 malati in pericolo ritornati a vivere.

«È un lavoro che ci ripaga con questi importanti aspetti umani - dice il primario Danzi». «Il territorio vicentino si distingue per una straordinaria generosità - sottolinea la dg Giusy Bonavina».

«Il primo ringraziamento va ai donatori e alle loro famiglie che hanno permesso di dare nuova speranza a malati da anni in attesa di trapianto. Ma meritano un plauso poi le tre equipe chirurgiche e i medici dell'Ulss Berica. Si tratta di un rilevante sforzo medico chirurgico, in un settore che anche a livello di comunicazione e informazione è bene sia sempre sotto i riflettori», ha commentato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.

Franco Pepe

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