<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Vicenza

Subito libero
l’incubo
dei negozianti

Gli arnesi da scasso trovati nelle case di Fabrello a Carrè e a Cresole di Caldogno. COLORFOTO
Gli arnesi da scasso trovati nelle case di Fabrello a Carrè e a Cresole di Caldogno. COLORFOTO
Gli arnesi da scasso trovati nelle case di Fabrello a Carrè e a Cresole di Caldogno. COLORFOTO
Gli arnesi da scasso trovati nelle case di Fabrello a Carrè e a Cresole di Caldogno. COLORFOTO

 

È tornato libero Paolo Fabrello, il 47enne di Carrè che i carabinieri sospettano di un centinaio di furti in negozi e ristoranti di mezza provincia. Era stato arrestato martedì dopo aver investito con la moto due carabinieri del nucleo operativo di Schio in un rocambolesco tentativo di fuga.

Ieri mattina, assistito dal suo legale, l’avv. Fernando Cogolato, l’imputato ha concordato con il pubblico ministero Serena Chimichi una pena di un anno due mesi di reclusione e 400 euro di multa per violenza, resistenza a pubblico ufficiale e ricettazione. La pena è stata sospesa.

«Non volevo investirli, sono stati i carabinieri che si sono messi in mezzo» ha spiegato Fabrello al magistrato. «Io volevo solo andarmene perché non ero in regola con la patente e con l’assicurazione della moto». Dopo una notte in carcere, l’arrestato è stato rimesso in libertà dal giudice Michela Rizzi.

I militari della compagnia di Schio sono convinti che sia lui l’autore delle numerose razzie notturne con scasso ai danni di locali pubblici almeno negli ultimi 18 mesi. La conferma arriverebbe dalla refurtiva recuperata durante la perquisizione, oggetto di furto il giorno di Ferragosto al ristorante giapponese Asuka di Bassano, e dall’armamentario trovato nelle due abitazioni di Fabrello, la sua residenza ufficiale in via Fondovilla 52 a Carrè e quella dove spesso si nascondeva, in via dei Spini a Cresole di Caldogno. Nei “covi” gli investigatori del capitano Vincenzo Gardin hanno rinvenuto due asce, un machete, due seghetti per ferro, due binocoli, due fari frontali, tre torce a led, due faretti a led, nove pile di vari modelli, tredici chiavi di varie misure colorate di nero. Materiale di cui l’ex rappresentante di orologi (ora disoccupato) non ha saputo fornire spiegazioni convincenti circa la provenienza; da qui il patteggiamento per ricettazione.

Ora proseguono le indagini per irrobustire gli elementi che ricondurrebbero i furti a Fabrello. L’arrestato è stato riconosciuto grazie alla sua particolare andatura, dato che l’uomo registrato dalle videocamere dei negozi derubati indossava sempre passamontagna e guanti. Basterà per sostenere l’accusa?

Fabrello, nel frattempo, dovrà presentarsi in aula a partire dal prossimo 21 marzo per rispondere di altri 19 furti, che avrebbe commesso nel 2010 tra Piovene e Chiuppano.

Paolo Mutterle

Suggerimenti