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Vicenza

Bambini, sos scarlattina e boom di gastroenteriti. San Bortolo sotto pressione

Gli accessi al pronto soccorso non sono mai meno di 40 al giorno. Per due anni protetti con mascherine, distanziamento sociale e igiene

Ora imperversano le gastroenteriti, quelle che impropriamente nella vulgata popolare si definiscono influenze intestinali. Sono infezioni dell’intestino di origine virale che possono colpire a tutte le età ma risultano molto frequenti nella fascia pediatrica. Provocano mal di pancia, scariche di diarrea, senso di malessere, nausea, febbre anche molto alta. E sono i più piccoli, insieme agli anziani e a chi ha un sistema immunitario già indebolito o compromesso, i più esposti al rischio di complicanze. Centinaia i bambini e i ragazzi dei nidi, delle materne, delle primarie e delle medie, che negli ultimi giorni hanno accusato questo problema. Ed è un’epidemia che nelle scuole cittadine sta dimezzando parecchie classi. 

I casi più gravi arrivano in pronto soccorso

I più gravi arrivano in ospedale con i genitori e affollano il pronto soccorso pediatrico preso d’assalto ormai da mesi. «Alcuni – spiega il primario Massimo Bellettatto – li teniamo in osservazione finché non iniziano ad idratarsi». Fra gli agenti infettivi responsabili di queste gastroenteriti a catena ci sono i norovirus, noti anche come virus di Norwalk dal nome della cittadina americana dove nel 1968 si registrò una violenta epidemia di gastroenterite, ma anche i rotavirus ritenuti l’innesco più comune di forme virali fra i neonati e i bambini sotto i 5 anni. Virus, fra l’altro, che si diffondono facilmente, e gastroenteriti che, il più delle volte, non sono pericolose e si risolvono da sole nel giro di pochi giorni, in genere non più di una settimana, ma possono diventare pericolose quando il bambino non reintegra i liquidi persi, e cominciano a comparire sintomi allarmanti di disidratazione fra sete smodata, bocca secca, pianto senza lacrime, poca urina. 

Quaranta accessi al giorno al pronto soccorso mediatico

È in questi casi che bisogna consultare il pediatra di base o correre in ospedale. E sono i piccoli che manifestano questi sintomi a riempire anche in queste ore gli ambulatori del pronto soccorso. Mai meno di 40 in media gli accessi ogni giorno. Insomma, non c’è tregua per la pediatria dell'ospedale. Piena (o quasi totale) occupazione nei 20 posti di degenza del reparto, dove sono in aumento anche i ricoveri per disturbi di natura psichiatrica. Ci sono quattro ragazzine anoressiche che vengono alimentate con il sondino gastrico, e tre ragazzi con pesanti turbe depressive dai 12 ai 14 anni che li hanno portati ad idee autolesioniste sull’orlo del suicidio. Cinque posti su cinque occupati in rianimazione pediatrica. Quindici incubatrici speciali occupate in terapia intensiva neonatale, nella maggior parte prematuri dalle 23 alle 32 settimane di gestazione. Diminuiscono, intanto, al San Bortolo ma non cessano fuori, e anche qui le conseguenze si vedono nelle scuole, le forme invasive da streptococchi, batteri dotati di notevole potenziale patogeno che possono provocare infezioni polmonari e, ancora di più, scarlattina.

Cresce la richiesta di antibiotici, boom di casi di scarlattina

Un boom di accessi in ospedale, test rapidi a non finire per diagnosticare un’eventuale contagio da streptococco beta-emolitico di tipo A, e 3 bambini trasferiti subito in terapia intensiva pediatrica. Ma anche pediatri e farmacie del territorio sotto pressione, una elevatissima domanda di antibiotici, e alcuni di essi, come l’amoxicillina, che non si trova quasi più negli scaffali mentre, in parallelo, scarseggiano pure i medicinali equivalenti. Per la scarlattina continua una vera e propria epidemia. Si tratta di contagi e reinfezioni appunto da streptococco che stanno prolungando i focolai con un picco eccezionale per la seconda metà di maggio. Ed è una malattia – spiega il dottor Bellettato - che diventa temibile quando non viene riconosciuta perché, a distanza di tempo, può sfociare in malattia reumatica e pielonefrite. «Abbiamo avuto perfino un bambino con una pesante forma di glomerulonefrite, una malattia infiammatoria che coinvolge le strutture dei reni che fungono da filtro».

In città e nell'ulss berica 350 casi da inizio anno

Solo in città e nell'Ulss Berica dall’inizio dell’anno 350 casi di scarlattina. E una ragione c’è – dice il primario. «La protezione messa in campo durante la pandemia grazie a mascherine, distanziamento sociale e igiene ha tenuto lontane per 2 anni queste infezioni, ma adesso che abbiamo abbassato la guardia, i batteri tornano a colpire e vanno a nozze soprattutto con la popolazione più fragile come i bambini. È stato così con la bronchiolite e l’influenza, e ora con lo streptococco». 

Franco Pepe

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