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Il fenomeno

Sos intimidazioni: 5 sindaci vicentini nel mirino, risarciti i Comuni

Primi cittadini minacciati a Enego, Roana, Valdagno, Sarcedo, Sandrigo. In provincia 20 casi sui 680 nazionali: dallo Stato 93 mila euro agli enti
Sindaci Una protesta dei primi cittadini: sono stati 680 gli episodi di intimidazione subiti nel 2021 ARCHIVIO
Sindaci Una protesta dei primi cittadini: sono stati 680 gli episodi di intimidazione subiti nel 2021 ARCHIVIO
Sindaci Una protesta dei primi cittadini: sono stati 680 gli episodi di intimidazione subiti nel 2021 ARCHIVIO
Sindaci Una protesta dei primi cittadini: sono stati 680 gli episodi di intimidazione subiti nel 2021 ARCHIVIO

Lettere anonime, scritte sui muri, aggressioni verbali sui social network. Offese e insulti che assumono i contorni delle minacce. In una parola: intimidazioni. Che fare il sindaco non fosse una passeggiata di salute lo si era capito da tanti risvolti di cronaca, che non sia l’incarico politico più pagato è cosa nota, che sia quello con la più ampia sproporzione tra indennità economica e responsabilità pure. Alluvioni, emergenze sanitarie, drammi sociali: il primo cittadino è un soldato in prima linea, telefono sempre acceso anche di notte. Ma che in quel “fronte” risuonasse anche il sibilo delle intimidazioni, forse, non è un dettaglio così digerito dall’opinione pubblica. Anche perché quando un sindaco è vittima di azioni di questo tipo spesso non lo va a sbandierare, semmai si fionda alla caserma dei carabinieri o in questura o al commissariato di polizia. È uno spaccato in parte nascosto, che tocca anche il Vicentino, quello che emerge dai dati nazionali dell’“Osservatorio sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali”, istituito nel 2015. Sulla base di quell’Osservatorio, che dal 2017 ha iniziato un monitoraggio costante, ora lo Stato “indennizza” i Comuni colpiti. Lo ha fatto per la prima volta con la legge di Bilancio del dicembre 2021, l’ultima del governo Draghi, che ha istituito un fondo apposito di ristoro e che per il 2022 ha erogato la somma complessiva di 5 milioni di euro a livello nazionale: ben 93 mila euro di questi sono arrivati al Vicentino.

La fotografia

È uno spaccato inedito quello che emerge dai dati del decreto con cui il ministero dell’Interno ha fissato il riparto delle somme. I 5 milioni sono stati suddivisi tra oltre 600 Comuni i cui amministratori, nell’esercizio o in virtù delle loro funzioni, hanno subito uno o più atti intimidatori, e volte le vittime sono (anche) i loro famigliari. In quella lista spiccano naturalmente le metropoli, da Roma a Milano, da Napoli a Torino, ma ci sono anche cinque Comuni vicentini: Valdagno, Sarcedo, Sandrigo, Roana ed Enego (di questi centri Il Giornale di Vicenza aveva dato notizia), per un totale di 20 episodi denunciati. Ben 9 di questi sono avvenuti a Enego che, se sommati ai 4 di Roana, fanno dell’Altopiano di Asiago una delle zone a più alta incidenza in Italia. Basti pensare che i 13 episodi altopianesi sono pari a quelli dell’intera provincia di Caserta, per fare un paragone.

La legge

Per espressa previsione, la legge dichiara di non poter distinguere per gravità degli episodi, valutazione troppo «soggettiva». Quindi sensibilità diverse e livelli di tolleranza diversi rispetto agli atti subiti possono incidere sul numero di denunce presentate e quindi “drogare” la contabilità complessiva. Fatto sta che tutto ciò che viene portato all’attenzione della polizia criminale e che si configura generalmente come atto di intimidazione degli amministratori locali o dei loro parenti finisce nella banca dati dell’Osservatorio. Ed è quello il dato che qui riportiamo ed è quello il dato sulla base del quale lo Stato assegna i ristori ai Comuni.

Casi diversi

Ma cosa significa atti intimidatori? Ci sono le minacce per fatti specifici legati a qualche scelta amministrativa e quelle generiche legate al ruolo. Ci sono le intimidazioni estese a mogli o mariti, a figli o parenti. A volte si tratta di situazioni ritenute gravi dagli inquirenti, altre volte di sparate “a salve”. Spesso le intimidazioni sono azioni di menti e mani ignote: dietro l’anonimato talvolta si celano persone squilibrate, e le conseguenze delle loro minacce sono indecifrabili proprio per lo stato di alterazione di chi le produce. I singoli fatti denunciati sono sotto la lente degli inquirenti. D’altra parte, forniscono l’immagine di un ruolo probante, quello di sindaco, che spesso si ritrova letteralmente in prima linea, anche se lo Stato - sia per l’azione delle forze dell’ordine che per questo ristoro economico - dà dimostrazione di essere al loro fianco.

Il ristoro

Il fondo statale viene ripartito tra i Comuni in base ai parametri fissati dalla legge: «Il 60% è erogato in relazione al numero di episodi intimidatori», mentre «il 40% in relazione alla popolazione residente». Questo perché è espressamente finalizzato a finanziare, nell’autonomia dei Comuni, «iniziative di promozione della legalità, misure di ristoro del patrimonio dell’ente o in favore degli amministratori locali che hanno subito episodi di intimidazione nello svolgimento delle funzioni istituzionali». Il riparto del Viminale, come detto, ha portato al Vicentino oltre 93 mila euro sui 5 milioni complessivi: a fare la parte del leone è Enego, a cui sono stati destinati 39 mila euro a fronte dei 9 episodi, seguito da Valdagno (20 mila euro), Roana (18 mila), Sarcedo (oltre 9 mila) e Sandrigo (oltre 5 mila). Somme che hanno il potere di evidenziare che ogni colpo inferto al libero funzionamento delle istituzioni, oltre che una ferita alla vittima, è un costo sociale e collettivo, un danno alla comunità.

 

Marco Scorzato

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