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Vicenza

Smog, l’altolà di Rucco: «Le restrizioni al traffico non sono la soluzione»

Il sindaco Rucco a caccia di un piano B per evitare l’adozione dell’ordinanza con la quale tra una decina di giorni scatteranno le limitazioni al traffico in centro e nei quartieri di Vicenza.
Le immatricolazioni dei veicoli in provincia di Vicenza
Le immatricolazioni dei veicoli in provincia di Vicenza
Le immatricolazioni dei veicoli in provincia di Vicenza
Le immatricolazioni dei veicoli in provincia di Vicenza

A caccia di un piano B, per evitare un boccone amaro che forse potrebbe non essere la medicina giusta. L’adozione dell’ordinanza con la quale tra una decina di giorni - come per ogni stagione autunnali e invernale - scatteranno le limitazioni al traffico in centro e nei quartieri della prima cintura urbana, è un appuntamento cui il sindaco Francesco Rucco si confronta non senza senso critico.

Il primo ottobre scatteranno le limitazioni al traffico a Vicenza

Il primo ottobre è vicino e «noi sindaci siamo costretti a seguire queste indicazioni, di cui abbiamo responsabilità penale. Ma non sono queste le soluzioni e con Anci proverò a farmi parte attiva affinché si trovino delle alternative e si rivedano queste politiche», commenta il primo cittadino alla vigilia della discussione dell’informativa sulle restrizioni al traffico che oggi approderà in giunta.

Il patto per la qualità dell'aria tra Veneto, Lombardia, Piemonte e Emilia Romagna

Le politiche in questione sono quelle che scaturiscono dall’Accordo di bacino padano, il patto sottoscritto nel 2017 da Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, regioni che hanno fatto fronte comune per migliorare la qualità dell’aria. Dando vita a un pacchetto di disposizioni che prendono di mira soprattutto il traffico. Si calcola che indipendentemente dal livello di inquinamento dell’aria, sino alla fine di aprile dovranno rimanere in garage oltre 23 mila auto solo in città, sempre che la situazione non peggiori.

 

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Il sindaco di Vicenza scettico sull’efficacia delle regole regionali anti-Pm10

Ed è questo il punto. «Le auto sono la componente che inquina di meno. Le misurazioni dei livelli di polveri sottili effettuate durante il lockdown, quando non circolava praticamente nessuno, lo hanno confermato. Queste ordinanze creano disagio ai cittadini. Se l’obiettivo restano le auto, allora si potrebbe cambiare direzione, ad esempio mettendo a disposizione degli incentivi per cambiare automobile, ma è un provvedimento che spetta al governo o alla Regione. In questi anni non è stato fatto abbastanza in questo senso. Noi stiamo lavorando sul fronte del trasporto pubblico, dotandoci di bus elettrici e soprattutto con il progetto del filobus che arriverà con la Tav».

«Occorre trovare delle soluzioni alternative che non siano semplicemente il blocco del traffico», ribadisce Rucco. La prospettiva che i livelli di Pm10 si innalzino va affrontata con uno sguardo ampio. La Provincia ha appena convocato per il 28 settembre un nuovo tavolo tecnico zonale “per l’adozione coordinata e congiunta dei provvedimenti di risanamento e miglioramento della qualità dell’aria”.

Anche l'assessore vicentina all'ambiente chiede di rivedere le misure per l'ambiente

Sulla necessità di agire diversamente insiste anche l’assessore all’ambiente Simona Siotto. «Serve un’azione politica forte sia da parte dell’Europa sia delle regioni del bacino padano per delle misure che servano davvero. Essere ambientalisti in questo modo fa male sia all’ambiente sia ai cittadini in un momento così delicato. Abbiamo chiesto un paio di volte alla Regione di farsi parte attiva per rivedere queste disposizioni, anche alla luce delle nuove conoscenze, ma la risposta è stata negativa. In Europa si è deciso di tradurre la lotta alle Pm10, in una guerra ideologica ai diesel. Ma ricordiamoci che i modelli più recenti, gli Euro 5 o 6, hanno emissioni inquinanti molto basse». 

 

Laura Pilastro

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