«Quanto sta accadendo in questi mesi in Israele e in Palestina non può e non deve essere ignorato. È un orrore che interpella tutte e tutti noi, rispetto al quale nessuno può girarsi dall'altra parte». È un grido di dolore, un appello accorato al cessate il fuoco in Medio Oriente quello firmato da 56 sindaci della provincia di Vicenza.
Un lungo elenco
Un elenco nel quale compaiono i nomi di primi cittadini di aree politiche diverse, dal Partito democratico alla Lega, da Fratelli d’Italia a Forza Italia, passando per la truppa dei sindaci civici, più o meno vicini a centrodestra o centrosinistra.
«La nostra richiesta di pace e di cessate il fuoco immediato - spiegano i sindaci nell’appello - si richiama ad un metodo politico democratico che prende le distanze dalle forme di violenza come abbiamo visto in questi ultimi giorni nel nostro capoluogo, e intende sollecitare le coscienze di ogni cittadino. Con questo spirito noi sindaci, rappresentanti delle comunità locali, consapevoli dell’importanza fondamentale della Pace per la crescita di ogni paese, condanniamo tutte le azioni di violenza compiute: quelle operate dai terroristi di Hamas contro gli ostaggi e i civili inermi nel Sud di Israele e quelle ripetutamente perpetrate dall’esercito israeliano nei confronti di migliaia di civili palestinesi a Gaza, con un’inaccettabile strage di minori e persone innocenti».
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L'appello trasversale
L’appello, di cui il primo firmatario è Franco Balzi, sindaco di Santorso da sempre impegnato sui temi della pace e dei diritti umani, è sostenuto da una folta schiera di suoi colleghi, che annovera sindaci di fede cattolica e laici, e anche un musulmano, Moreno Marsetti, di Malo.
I firmatari
Tra i firmatari anche il primo cittadino del capoluogo, Giacomo Possamai, e quelli di altri quattro grandi Comuni: Schio, Valdagno, Thiene e Lonigo. «È necessario e urgente chiedere con forza di far tacere le armi - proseguono i 56 sindaci - La comunità internazionale, l’Unione Europea, le nostre istituzioni devono intervenire e convincere gli interlocutori di entrambe le parti a costruire una tregua umanitaria stabile, utile a interrompere le violenze e a mettere le basi per una vera pacificazione. Questo tragico capitolo della storia ci interpella tutti e tutte e per questo non possiamo tacere e restare inermi. Come sindaci - concludono - vogliamo esprimere con fermezza la nostra posizione e sollecitare quanto necessario per porre fine a questo orrore».