VICENZA. Aveva spedito due lettere anonime accusando un'impiegata del tribunale di essere una corrotta. È lei il “corvo” di palazzo di giustizia: è stata infatti condannata per calunnia, anche se continua a professarsi innocente, e il movente della sua delazione da codice penale è tutt’altro che chiaro.
Ieri mattina, il giudice ha inflitto un anno e otto mesi di reclusione ad una collaboratrice del tribunale di 27 anni, residente in città. La giovane è stata ritenuta responsabile di calunnia e godrà della sospensione condizionale della pena solamente se risarcirà la vittima con 6.500 euro, oltre a 2.200 euro di spese.