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Vicenza

L'assessore Sara Baldinato e quella paura: «Uscire dai legami malati»

La testimonianza sull'“amore malato”. Mercoledì ci sarà una fiaccolata. «Partecipino anche gli uomini»
Tante le donne che cercano di uscire da relazioni tossiche
Tante le donne che cercano di uscire da relazioni tossiche
Tante le donne che cercano di uscire da relazioni tossiche
Tante le donne che cercano di uscire da relazioni tossiche

«Ho avuto purtroppo esperienza di questo, ho avuto paura di rientrare a casa la sera e uscire dall’ascensore». Tutto ciò che non dovrebbe essere perché «una relazione sana deve farci stare bene, libere e senza catene». Sono le parole affidate ai social da Sara Baldinato, «ma solo perché spero che possano essere in qualche modo utili».

Una storia delicata

L’assessore all’ambiente e al patrimonio del Comune di Vicenza sceglie di muoversi in punta dei piedi nel raccontare la propria storia, mettendo più volte le mani avanti: «Non è un modo per fare la maestrina o la protagonista. Ho solo pensato che magari la mia esperienza potesse essere utile a qualche ragazza o qualche donna».

E proprio per questo l’assessore preferisce non aggiungere molto altro rispetto a quanto affidato alla propria bacheca personale, dove poche frasi riassumono un momento delicato del suo passato. Poche frasi che bastano però a capire che l’esperienza di Baldinato è quella, purtroppo, di molte altre. Un uomo - «un insospettabile» - che non accetta, non si rassegna, che diventa pressante, oppressivo. Che fa paura. «Era come se si trasformasse - aggiunge - chi lo vedeva da fuori non immaginava questo suo lato. E questo complica le cose, perché sembra che sia tu ad esagerare. E invece non è così». 

 

 

Il messaggio di Baldinato si apre con un pensiero per Giulia Cecchettin

«Cara Giulia, che la terra ti sia lieve». E poi continua: «A tutte le ragazze e le donne che vivono relazioni con uomini possessivi, morbosamente gelosi e controllori dico uscite da queste relazioni malate ai primi segnali». «Ho avuto purtroppo esperienza di questo - racconta - ho avuto paura di rientrare a casa la sera e uscire dall’ascensore, ho avuto la brutta sensazione di sentirmi seguita e controllata, ho tenuto in borsa per qualche mese lo spray al peperoncino e qualche volta non sono uscita perché non mi sentivo al sicuro. Eppure sono una donna forte ed emancipata». 

Il copione si ripete

«È capitato anche a me e ho creduto alle solite scuse, troppe volte: “non lo faccio più”, “vedrai che adesso cambio”». Ma le cose non cambiano, non migliorano, anzi. «Non abbiate tolleranza. Mettetevi al sicuro ai primi segnali. Una relazione sana deve farci stare bene, libere e senza catene, altrimenti è una relazione malata da cui uscire immediatamente. Nessuna seconda possibilità per la nostra incolumità». 

Un concetto che vuole ribadire: «Nessuna seconda possibilità. Chi si comporta così, non cambia. Bisogna allontanarsi subito da queste situazioni, che possono capitare a tutti, in maniera trasversale, con le persone più insospettabili». E aggiunge un ultimo appello: «Basta parlare di “amore malato”. Perché questo non è amore, in alcun senso. È possesso, è stalking, è violenza psicologica. Usare la parola amore in contesti come questo è un modo per far passare messaggi diseducativi, fuorvianti. Dobbiamo dire le cose come stanno, chiamare le cose con il loro nome corretto e imparare a leggere i segnali di allarme, che spesso ci sono, ma vengono sottovalutati perché non si pensa mai che possa accadere». 

La fiaccolata

Intanto anche Vicenza si prepara a mobilitarsi. Comune, con l’assessorato ai servizi sociali, Donna chiama Donna del centro antiviolenza e Donne Medico hanno organizzato per mercoledì la “Fiaccolata per Giulia”. La partenza è alle 19 dall’esedra di Campo Marzo per arrivare poi in piazza dei Signori attraverso corso Palladio.

«Negli anni - le parole del sindaco Giacomo Possamai - abbiamo fatto tante manifestazioni come questa ed è importante farle perché non ci si deve abituare alla violenza. Alle manifestazioni devono seguire però chiaramente le azioni, con il lavoro nelle scuole, il supporto ai centri antiviolenza e tutto quello che le amministrazioni possono mettere in campo. L’auspicio è di vedere anche tanti uomini in piazza. Non può essere una manifestazione solo delle donne straordinarie che da sempre si battono per questi temi, perché è chiaro che c’è una questione maschile». L’altro auspicio «è di vedere una partecipazione larga, da parte della città, ma anche della provincia». 

Alessia Zorzan

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