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Vicenza

Tre rapine nei negozi con il bimbo in braccio. Una coppia in manette

La polizia avrebbe assicurato alla giustizia i due giovani responsabili della scia di razzie a mano armata verificatesi nella scorsa settimana

Tre rapine a mano armata messe a segno e un’altra tentata nel giro di una settimana. Sarebbero stati assicurati alla giustizia dalla polizia i due giovani vicentini, un ragazzo e una ragazza con problemi legati all’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti, che si sarebbero resi protagonisti di questa scia di episodi criminali che ha allarmato in particolar modo i titolari e dipendenti dei negozi del centro città. 

Il palo teneva in braccio il figlio

Un particolare inquietante che rende l’idea della situazione disperata di questi ragazzi è che, nella spartizione dei ruoli, quello dei due a cui toccava fare il palo, in alcuni episodi è rimasto fuori con in braccio il figlio.

Proprio per questo, il legale che tutela gli interessi della coppia si sta adoperando per le sorti del bambino. I due, ora che sono stati portati in carcere, rischiano di doverci passare molto tempo perché l’accusa è di rapina a mano armata plurima in concorso. Gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo sulla vicenda ma da quanto è stato possibile ricostruire, ci sarebbero prove schiaccianti sulla loro colpevolezza, che sarebbero state trovate anche dopo una serie di perquisizioni degli uomini della questura che avrebbero dato esito positivo. Per risalire ai due, sarebbero poi state fondamentali le registrazioni degli impianti di videosorveglianza, alcuni privati, installati all’interno e all’esterno dei negozi che sono stati rapinati e altri invece di proprietà comunale, che hanno consentito di ricostruire gli spostamenti dei giovani e di “geolocalizzarli”.

La prima rapina al Poke House in centro

Riavvolgendo il nastro fino alla giornata di giovedì 26 gennaio, il primo episodio di questa scia di rapine a mano armata ha toccato il ristorante di specialità hawaiane “Poke house” di piazza Biade. In questo caso, avrebbero puntato una pistola direttamente addosso a una dipendente che si trovava da sola in negozio in un momento in cui anche il centro era particolarmente tranquillo. Il bottino, allora, era stato di 190 euro.

Il secondo episodio all'Isola dei Tesori

Quindi, nel pomeriggio di giovedì 2 febbraio, sarebbe toccato al negozio specializzato in alimenti e accessori per animali “L'Isola dei Tesori” di via Lanza. In questo caso, la pistola non sarebbe stata sfoderata ma sarebbe rimasta sotto i vestiti, anche se la minaccia di estrarla è partita e ha convinto la commessa a consegnare circa 400 euro.

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Qualche ora più tardi, poi, nella stessa giornata, i due avrebbero ripetuto lo stesso copione al supermercato “Alì” di via Rossini. Queste le tre rapine messe a segno con il medesimo modus operandi, se non quello di estrarre o meno l’arma da fuoco che si sarebbe poi rivelata un’arma giocattolo che è stata privata del tappo rosso. I due, per entrare in azione, avrebbero sempre usato metodi “fai da te” per camuffare le proprie sembianze: una sciarpa tirata sul volto o le mascherine che vengono utilizzate per difendersi dal contagio pandemico. In più ci sarebbe stato anche un tentativo di rapina all’Happy Casa di viale Trento che però non è andato “a buon fine” e avrebbe lasciato i due giovani delinquenti a bocca asciutta. 

Gli inquirenti, con la procura di Vicenza che sta coordinando le indagini degli agenti della questura, non lasciano trapelare alcun dettaglio di questa indagine lampo che è riuscita a assicurare alla giustizia i due giovani malviventi. I rapinatori avevano seminato il panico soprattutto tra i negozianti e proprio da questa categoria si era alato un grido d’aiuto per avere più sorveglianza, specialmente in centro. Il cerchio si è stretto da subito, anche perché è stato chiaro che i due non erano certo dei professionisti del settore. Ora in ballo ci sono la salute e il futuro del bimbo, inconsapevole co-protagonista.

Karl Zilliken

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