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Vicenza

Rapinatore seriale di telefoni: la condanna è di quasi 4 anni

Aveva provato, con discreto successo, diverse tecniche. Anche se difettava nella fuga. Youssef Fahmi era attratto soprattutto dagli smartphone, tanto che, stando solo a quello che aveva combinato nel 2020, ne aveva rapinati addirittura tre. Proprio per la prima di questa serie di rapine, avvenuta tra l’altro in un periodo sensibile e cioè il 16 marzo 2020 in pieno lockdown, ora ha ricevuto una condanna a 3 anni e 9 mesi di carcere oltre a una multa da 1.000 euro.
Il nordafricano, 41 anni, difeso dall’avv. Anna Sambugaro, è conosciuto a Vicenza, in particolar modo dalle forze dell’ordine. E così, mentre passeggiava per Vicenza si è imbattuto in un giovane, residente a Arco, in provincia di Trento, che stava parlando intrattenendo una conversazione con il suo smartphone di marca Huawei. Fahmi non ci ha pensato due volte e lo ha aggredito alle spalle, stringendogli violentemente un braccio intorno al collo e facendolo cadere per terra, per poi trascinarlo per diversi metri fino a impossessarsi dell’agognato telefono e dandosela poi a gambe.
Come detto, non è l’unica tecnica utilizzata dal nordafricano per mettere le mani sugli smartphone che, poi, tentava di rivendere. 
Sempre restando al primo mese di lockdown, ma verso la fine di marzo, il 29 Fahmi stava passeggiando per Campo Marzo quando ha incrociato un vicentino che è stato particolarmente sfortunato: si è visto scaricare in faccia una bomboletta di spray al peperoncino. L’obiettivo? Naturalmente lo smartphone che il povero residente stava tenendo in mano. Come “marchio di fabbrica” il marocchino aveva sferrato un violento pugno in faccia all’italiano e era anche riuscito a sottrargli 10 euro prima di cercare di fuggire. Nel luglio del 2020, Fahmi aveva subito un processo proprio relativo a questo episodio che si era concluso con una condanna a 2 anni e 10 mesi di reclusione. La pena, però, non lo aveva demotivato perché, per concludere la “trilogia” è necessario arrivare a ottobre del 2020. In autunno il nordafricano era tornato a colpire nuovamente. Aveva intercettato un’altra sfortunata vittima e l’aveva avvicinata. In quell’occasione, aveva cercato di “intenerirla”, chiedendo se, per favore, potesse prestargli il telefono perché doveva effettuare una telefonata alla mamma. Solo che lo aveva fatto a modo suo e cioè strappandogli di mano il telefono e poi spingendo via il malcapitato, che sarebbe anche stato schiaffeggiato e minacciato di morte nel caso avesse seguito il suo rapinatore. Tra le altre cose, sempre nel 2020 ma nel mese di febbraio, Fahmi si era anche reso protagonista di un reato che per un periodo aveva imperversato per tutta la città: era stato pure denunciato per aver commesso alcuni raid sulle automobili parcheggiate per strada, era stato trovato in possesso della refurtiva e della bomboletta e arrestato con l’accusa di rapina. L’altro giorno, in riferimento ai fatti del 16 marzo, il giudice Venditti ha deciso di condannarlo a tre anni e otto mesi di reclusione, oltre a 1.000 euro di multa. La condanna, che si aggiunge alla precedente, permetterà di passeggiare più tranquillamente in città con lo smartphone in mano. 

 

Karl Zilliken

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