<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Vicenza

Pediatria di nuovo in affanno per i bambini colpiti da virus respiratori

Polmoniti e tonsilliti hanno preso il posto della bronchiolite. Al pronto soccorso pediatrico picchi di 70 accessi nei fine settimana.

Malattie respiratorie. Polmoniti con versamenti pleurici, febbri persistenti, tante tonsilliti da streptococco come non se ne erano mai viste, addirittura un episodio di Tbc, forme virali diffuse, una varietà incredibile di virus. Poi, 6 casi di turbe psichiatriche infantili fra crisi depressive e intenzioni suicide per fortuna non messe in atto. Due di anoressia estrema.

Un anno anomalo per la pediatria

È un anno davvero anomalo. Pediatria, al San Bortolo, sempre stabilmente full. Anzi in affanno. E spazi che mancano a fronte di casi urgenti che non è possibile non ricoverare. Venti posti su 20 del reparto generale più 2 per le ragazze dei disturbi alimentari più gravi, mai liberi, ma stanno diventando pochi. E, a catena, ultra-impegnate anche le altre articolazioni operative. Fino a 6 letti occupati, su 4 ufficiali, in Tiped, la terapia intensiva pediatrica, dove arrivano bambini e ragazzi in forte debito di ossigeno che hanno bisogno della respirazione artificiale anche invasiva, e anche 10 sarebbero sempre pieni. Fino a 18 posti occupati, su 15 ufficiali, in Tin, la terapia intensiva neonatale, e ne occorrerebbero anche 20-22.

Dai 40 ai 50 accessi a tutte le ore, 70 il week end

Dai 40 ai 50 accessi durante i feriali a qualsiasi ora del giorno e della notte in pronto soccorso pediatrico, con puntate che superano i 70 il sabato e la domenica, e, quindi, ambulatori e visite no-stop, perché i bambini affluiscono senza soste, i genitori puntano diritto all’ospedale, e il personale è stanchissimo, scompensato. 
Il reparto, diretto da Massimo Bellettato, tiene seppure con grande sforzo, ma continua ad essere messo a dura prova da un’epidemia di infezioni che ormai dallo scorso novembre sembrano non voler più finire e stanno falcidiando in particolare i bambini sotto i 5 anni di vita, ancora di più la fascia fra i 2 e 4 anni, quelli che frequentano le scuole materne. Non più, dunque, i neonati, colpiti dalla bronchiolite e dal Vrs, il virus respiratorio sinciziale che ha imperversato fino a dicembre. 

I virus respiratori complicano la situazione

L’età delle malattie che mettono in crisi gola, bronchi, polmoni, si è spostata in avanti. A causare quella che è diventata una recrudescenza cronica è la contemporanea circolazione di virus respiratori che aggrediscono vie aeree inferiori e superiori trovando terreno fertile in organismi ancora fragili e vulnerabili che non hanno ancora sviluppato un valido sistema di difese anticorpali. 

I bambini in lockdown sotto una campana di vetro

La spiegazione la porta il primario. «Paghiamo il fatto che i più piccoli durante la pandemia e il lockdown hanno vissuto come sotto una campana di vetro senza venire a contatto con i virus e, quindi, sono stati protetti dalle infezioni». Prima i bambini non erano esposti. Ora incontrano per la prima volta questi virus e vengono attaccati da germi che per loro sono dei perfetti sconosciuti, e si ammalano. I più aggressivi sono metapneumovirus e adenovirus, senza dimenticare che il Covid non ha mai smesso di circolare, che la lunga scia dei postumi del Sars-Cov2 sta provocando grossi problemi fra i più giovani, e la realtà è che la situazione risulta tuttora davvero difficile, con accessi che restano da record in pronto soccorso, senza che, per uno strano fenomeno che non accenna a rientrare o a ridimensionarsi, il filtro dei pediatri convenzionati del territorio che, fino a prova contraria, dovrebbe esserci e funzionare, riesca in qualche modo a frenare questo afflusso massiccio senza interruzione. 

Forte congestione dei posti letto

Insomma, prosegue questa situazione di forte congestione e di massima occupazione dei posti-letto che mette, e non potrebbe essere diversamente, in sofferenza un reparto che va avanti grazie alla dedizione, allo spirito di corpo e al senso di responsabilità, oltre che alla professionalità di Bellettato e del suo instancabile gruppo di pediatre impegnate appunto fra reparto-degenze, pronto soccorso, Tiped, Tin. Per questo, per la carenza di spazi, la difficoltà di riuscire a rispondere a richieste di ricovero che si rincorrono e aumentano ogni 24 ore
Si devono fare i salti mortali per accogliere tutti i casi più urgenti, anche perché la Tiped dell’ospedale di Vicenza, con quelle delle aziende universitarie di Padova e Verona, è uno dei tre soli centri di rianimazione pediatrica oggi disponibili in regione, e gli Sos quotidiani arrivano dall’intero Triveneto.

Franco Pepe

Suggerimenti