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Vicenza

Allerta pertosse per i bimbi. I casi sono aumentati del 200%

La causa è la sempre più elevata percentuale di non vaccinati. Per chi non è protetto il rischio di ricovero è dieci volte maggiore Si tratta di una malattia che può avere conseguenze gravissime

Epidemia di pertosse a Vicenza. Il 200% di casi in più rispetto alle stagioni standard. A causare la violenta diffusione di questa infezione respiratoria altamente contagiosa che sembrava domata se non quasi scomparsa e che invece può essere molto pericolosa per i bambini sotto l’anno di vita, è la sempre più elevata percentuale no-vax, quando per sentirsi al riparo dalla malattia proprio per il suo alto indice di trasmissibilità sarebbe necessaria una copertura vaccinale di almeno il 95% della popolazione.

Neonati e mamme non si vaccinano contro la pertosse

Neonati e mamme non si vaccinano, e ora se ne pagano le conseguenze. «Mai visto un picco del genere - dice il primario di pediatria del San Bortolo Massimo Bellettato – ma è un fenomeno che si sta verificando anche in altre aree dell’Italia e in vari Paesi europei. Fa però impressione come con il ridursi delle adesioni ai programmi di vaccinazione queste malattie infettive stiano ritornando in modo così eclatante. Non si vaccinano i lattanti e neppure le mamme durante la gravidanza. Invece, se lo facessero, i loro bambini nei primi 6 mesi sarebbero completamente protetti».

Scatta l'allerta pertosse a Vicenza, ma c'è anche il morbillo

È allerta, dunque, per la pertosse, e, fuori Vicenza, pure per il morbillo, che qui da noi, per fortuna, ancora non si è visto. Già 7 i bambini da 2 a 8 mesi in debito di ossigeno ricoverati nei lettini del reparto di pediatria quando negli anni scorsi non si arrivava a più di uno o 2 nel giro di 12 mesi, ma – dice il primario Bellettato «è solo la punta dell’iceberg, sono i casi più gravi fra quelli che arrivano in pronto soccorso pediatrico e presentano i sintomi più allarmanti, molti che si possono gestire tranquillamente li rimandiamo a casa, ma sul territorio se ne vedono a decine». A rischiare maggiormente sono i neonati che non hanno ancora ricevuto la prima dose di vaccino o che sono solo parzialmente vaccinati.

I tempi di guarigione non sono brevi

Le complicazioni più frequenti sono dovute a sovra-infezioni batteriche che possono sfociare in otiti, polmoniti, bronchiti, o dare luogo – dice il primario - a improvvise situazioni di insufficienza respiratoria, e, ciò che preoccupa di più, ad apnee potenzialmente molto gravi. Il bambino non respira più, e gli attacchi di tosse possono provocare anossia, e, quindi, danni cerebrali o addirittura la morte del piccolo. «Per questo – spiega ancora il dottor Bellettato – nei primi giorni di ricovero monitoriamo costantemente i bambini. Li curiamo con gli antibiotici ma i tempi di guarigione non sono brevi. Ci vogliono almeno un paio di settimane».

La pertosse, malattia molto contagiosa

Responsabile della pertosse è un bacillo gram-negativo che si trasmette attraverso la tosse e gli starnuti specie quando si condivide uno spazio ambientale ristretto per periodi prolungati. La fase di incubazione può essere piuttosto lunga. I sintomi insorgono anche a distanza di 2-3 settimane dall’infezione, anche se di norma si manifestano dopo una decina di giorni. La pertosse, però, si può tranquillamente prevenire con il vaccino lente al terzo, quinto ed undicesimo mese di vita, successivamente vanno eseguiti i richiami, e la copertura è assicurata. Il rischio di ricovero è 10 volte più elevato nei bambini non vaccinati contro la pertosse rispetto a quelli vaccinati parzialmente o totalmente, anche se l’immunità conferita diminuisce nel tempo per cui è importante immunizzare anche chi ha avuto la malattia e richiamare nel tempo il vaccino. Inoltre, anche quando non riesce a impedire l’infezione, il vaccino è in grado di renderne la forma più lieve e di evitarne gli effetti più deleteri e drammatici. Ugualmente importante è vaccinare le donne in gravidanza. Il siero non solo è sicuro ma l’immunità che induce serve a difendere la nuova vita che sta per nascere. 

Franco Pepe

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