<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
L'impegno

«Cosa fare se s’incontra un orso»: le lezioni dei volontari della Lav

Molti vicentini da anni prendono parte al progetto Bear Ambassador per garantire sicurezza. «Lo scopo è incontrare i turisti nei mesi estivi e informarli sul corretto comportamento da tenere nel bosco» .
Molti volontari vicentini Lav da anni prendono parte al progetto Bear Ambassador
Molti volontari vicentini Lav da anni prendono parte al progetto Bear Ambassador
Molti volontari vicentini Lav da anni prendono parte al progetto Bear Ambassador
Molti volontari vicentini Lav da anni prendono parte al progetto Bear Ambassador

Sono ore decisive per JJ4, l’orsa catturata dal Corpo forestale del Trentino dopo essere stata indicata come la responsabile dell’uccisione del giovane runner Andrea Papi. La sua vita è in bilico e, nonostante neppure la famiglia della vittima ne abbia mai invocato l’abbattimento, il rischio c’è ed è concreto. Inoltre JJ4 - ora reclusa al Casteller - è a sua volta mamma di tre cuccioli che, rimasti soli, potrebbero spingersi verso i centri abitati in cerca della madre e imbattersi nuovamente negli esseri umani. 

La sorte di questa mamma orsa sta dividendo l’opinione pubblica, ma c’è una soluzione che la Lega Anti Vivisezione ha espresso in questi giorni tramite Massimo Vitturi, responsabile Lav Area Animali Selvatici: la possibilità di avere la custodia e di trasferire non solo JJ4, ma anche MJ5 e M49 (altri orsi attualmente imprigionati), in due rifugi-santuario individuati dall’associazione animalista fuori dai confini italiani, uno in Germania e l’altro in Giordania.

Leggi anche
Catturata l’orsa Jj4 che ha ucciso il runner Andrea Papi. Presa con la “trappola tubo”, liberi i cuccioli

La battaglia davanti al Tar

«Abbiamo nuovamente vinto al Tar, fino all’11 maggio l’orsa JJ4 non potrà essere uccisa, ora lasciatecela portare in un luogo sicuro» commenta Vitturi che si è recato a Trento per chiedere un incontro con il presidente della provincia autonoma Fugatti così da poter verificare le condizioni della mamma orsa e organizzarne il trasferimento. Confronto che di fatto non è avvenuto. Contestualmente nella sede della Lav Vicenza c’era grande apprensione per le sorti della trasferta trentina dei vertici Lav come spiega la presidente berica Piera Costa: «La morte del ragazzo è una tragedia che si poteva evitare. Come Lav cerchiamo da anni un contatto con le istituzioni trentine per poter creare un giusto rapporto di convivenza tra orsi e umani. È evidente che il progetto Life ursus non è stato gestito nella maniera corretta. La proliferazione di orsi, la presenza sempre più assidua dell’essere umano che toglie di fatto spazio alla fauna selvatica e l’errato comportamento durante un ipotetico incontro fanno sì che possano succedere queste disgrazie».


SONDAGGIO: Secondo voi l'orsa Jj4 va soppressa? (PER VOTARE CLICCA QUI)
 

Il progetto

E a tal proposito non solo Piera Costa, ma molti dei volontari vicentini Lav, da anni prendono parte al progetto Bear Ambassador. «Lo scopo è incontrare i turisti nei mesi estivi e informarli sul corretto comportamento da tenere nel bosco e sulle buone pratiche da seguire quando ci si addentra nei luoghi abitati dagli orsi - prosegue la presidente della sede locale -. In primis non lasciare per terra nessun tipo di rifiuto alimentare: i selvatici sentono l’odore di cibo e si avvicinano ai luoghi dov’è presente l’essere umano. Per questo diamo dei kit composti da alcune borsine in materiale biodegradabile, utili per riportare a valle eventuali resti di cibo. Tenere poi i cani al guinzaglio. Se, ma solo se, si vede un orso, rimanere calmi, non urlare, non correre e non fare movimenti bruschi. Se l’animale si alza in piedi non vuole attaccare, è per curiosità. Ci si ferma, ci si toglie lo zaino con movimenti lenti e lo si appoggia per terra; si arretra poi piano, piano senza tentare di fare foto o video. L’orso attacca solo per difesa, ossia se è spaventato». 

Nella casa degli orsi

«Frequentare le aree abitate dagli orsi, significa sempre entrare in casa loro, con la possibilità di scatenare comprensibili reazioni a quella che dagli animali viene vissuta come un’intrusione nel proprio habitat e nelle proprie relazioni familiari - dichiara infine Massimo Vitturi -. Siamo quindi noi umani che dobbiamo imparare a comportarci correttamente con il fine di prevenire le loro comprensibili reazioni». 

 

Sara Marangon

Suggerimenti