Oltre 6.500 morti nell’arco di 9 mesi. Aumento del 6,5%

Era la fine dell’estate e sembrava davvero che ce l’avessimo fatta. Pareva che bastasse poco per dimenticare Covid, mascherine, contagi e che il professor Giovanni Rezza potesse serenamente tornare a parlare dell’arrivo dell’influenza stagionale nelle rubriche sulla sanità dei principali telegiornali. Settembre è stato il primo mese “pandemico” a registrare una riduzione dei decessi rispetto alla media dei 5 anni precedenti. Una tendenza storica che in questo 2020 era stata registrata solo a gennaio e febbraio, prima che il coronavirus sconvolgesse tutto. Lo certificano i dati aggiornati Istat diffusi nei giorni scorsi, che comprendono anche l’ultimo mese d’estate. Quest’anno, a settembre, sono morti 581 vicentini contro i 602 in media degli scorsi anni. Nei primi nove mesi dell’anno sono stati in tutto 6.504 i morti nella provincia di Vicenza. La media dei cinque anni precedenti (dal 2015 al 2019) si era assestata su 6.105 deceduti. Nonostante ci siano tre mesi di calo, la differenza resta di 399 vittime, con un aumento percentuale del 6,5%. 
Andando a analizzare i diversi mesi del 2020, confrontandoli con la media degli scorsi anni, si vede come rispetto agli 866 morti medi di gennaio, quest’anno ne sono stati registrati 796; a febbraio poi si era passati da 738 a 700. A marzo inizia l’impennata: da 728 decessi medi a 856. Aprile segue la tendenza, da una media di 655 persone che hanno perso la vita si è passati a 844 e a maggio da 648 a 730 morti. Il confronto su giugno segna un passaggio più modesto da 622 decessi medi a 632; luglio si mantiene su questo standard passando da 628 a 640, mentre in agosto il dato torna ad alzarsi, da 618 a 725. Va ricordato che questi valori non includono solo le persone che hanno contratto il Covid, ma sono complessivi. Tuttavia sono utili per capire quanto ha inciso la pandemia.