Più che le cariche e l’uso degli idranti, a colpire e lasciare il segno sugli attivisti No Tav che l’8 luglio scorso avevano bloccato il traffico a Ponte Alto, per manifestare contro la realizzazione dell’alta velocità in città, pare siano state le sanzioni che sono cominciate ad arrivare a chi aveva deciso di scendere in strada.
I primi verbali agli attivisti sono di 1300 euro ciascuno
Dagli uffici di viale Mazzini infatti nei giorni scorsi sono state inviate agli attivisti - riconosciuti dai filmati girati dai poliziotti - i primi verbali con la somma da versare per aver bloccato il traffico nel corso di una manifestazione non autorizzata: 1.300 euro per un totale che, al momento, raggiungerebbe i 40 mila euro.
La reazione dei manifestanti
Una cifra che ha immediatamente scatenato la reazione dei manifestanti: «A luglio, in occasione dell’approvazione del progetto definitivo, è stato bloccato Ponte Alto per mettere in evidenza gli enormi disagi che si creeranno nella zona ovest della città a causa dei cantieri e dell’abbattimento del ponte stesso, che secondo il progetto resterà chiuso per oltre due anni. Il blocco stradale è una modalità di dissenso che viene attuata da sempre da ogni movimento sociale e politico. Usare i propri corpi è necessario quando la posta in gioco supera le rivendicazioni specifiche e coinvolge la vita di un’intera comunità».
E ancora: «La nostra città non è nuova a proteste di questo tipo, l’abbiamo visto durante la lotta contro la costruzione della base al Dal Molin, o con il blocco dei treni durante la guerra del Golfo. La risposta della questura è stata quella di emettere multe, che superano i 1.300 euro ognuna, per un totale di oltre 40.000 euro».
No Tav: «Le multe vogliono spaventare chi scende in piazza»
«Una cifra impressionante - continuano gli attivisti No Tav - che, oltre a sanzionare, ha anche il chiaro obiettivo di spaventare chi scende in piazza per esprimere la propria contrarietà a un’opera i cui danni saranno molto più impattanti di un blocco temporaneo del traffico. È inaccettabile che chi manifesta per la tutela dell’ambiente, della salute e della vita stessa venga multato con sanzioni di questo tipo».
Giovedì sera manifestazione contro le multe
Da qui, proprio per protestare contro le maxi sanzioni, la decisione di scendere nuovamente in piazza, questa volta giovedì sera in piazza delle Poste. E a sostenere gli attivisti No Tav ci sarà anche la Cgil. «Riteniamo che sul tema Tav, opera che molto impatterà sulla nostra città, come già peraltro in precedenza da noi affermato, sia importante da parte delle autorità un atteggiamento di ascolto, compreso quello del dissenso esistente tra la popolazione, soprattutto nei quartieri coinvolti dai lavori», spiega il segretario generale della Cgil berica, Giampaolo Zanni. Che poi aggiunge: «Per questa ragione riteniamo una scelta inopportuna e sproporzionata l’invio delle multe ai manifestanti».
I verbali sono una minima parte di quelli che arriveranno
Ma la sensazione è che, almeno per quanto riguarda l’aspetto sanzionatorio, si sia solamente agli inizi, perché quelli arrivati sinora sarebbero solo una (minima) parte dei verbali nei confronti di tutti i manifestanti filmati durante la protesta. E sul tema il questore, Paolo Sartori, interviene per osservare: «Dissentire è assolutamente lecito se si partecipa a una manifestazione autorizzata senza provocare blocchi stradali e se si rispetta quindi la legge. A Vicenza non è mai stata negata alcuna manifestazione. Ribadisco, non è una questione di divieto del dissenso, ma di rispetto della legge».