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La storia

Ultimo giorno di lavoro, offre 200 brioche ai colleghi. «Un “dolce” saluto per tutti»

Liliana Zanotto ha scelto di regalare un caffè speciale a dipendenti e datori di lavoro del maglificio Miles di via della Meccanica a Vicenza
Liliana Zanotto, sorridente, con il carrello pieno di scatole di brioche
Liliana Zanotto, sorridente, con il carrello pieno di scatole di brioche
Liliana Zanotto, sorridente, con il carrello pieno di scatole di brioche
Liliana Zanotto, sorridente, con il carrello pieno di scatole di brioche

«Me ne faccia 35 alla crema, 35 al cioccolato e poi frutti di bosco, marmellata e anche un bel po’ di vuote. Ah, me ne servirebbe pure una decina senza glutine e senza lattosio, sa, non voglio che nessuno resti senza». Ore 8.40, bancone del bar Atlantic, interno supermercato Esselunga di Ponte Alto, a Vicenza. Il taccuino del pasticcere raccoglie un’ordinazione come, probabilmente, non ne aveva mai viste: 200 brioche. Pronte per essere sfornate, inscatolate e distribuite tra i 185 dipendenti del maglificio Miles di via della Meccanica. Lì dove, il primo aprile, Liliana Zanotto si congederà ufficialmente dopo 29 anni di onorato servizio.

Un dolce regalo

Un dolce, dolcissimo regalo di pensionamento a tutti i colleghi e ai datori di lavoro che, dal lontano 1995, hanno condiviso con lei giorni, settimane, mesi e anni di impegno quotidiano. Dal reparto collaudo dove la signora è impiegata fino agli uffici amministrativi, dalla produzione, ai negozi di tutto il mondo, «tre decenni assieme sono tanti», riconosce Liliana. E meritano di essere festeggiati come si conviene: a cominciare dalla pausa caffè con cornetto per tutti.

«Ho pensato molto, nei giorni scorsi, a che tipo di sorpresa/ringraziamento fare ai miei colleghi, che dopo tanto tempo sono praticamente una seconda famiglia, volevo che fosse qualcosa di semplice, in azienda, proprio a dimostrazione dell’affetto che mi lega a quel luogo» racconta Liliana, mentre attende che le brioche ancora calde vengano adagiate nelle scatole di cartone. Ma oltre alla generosità e alla genuinità del gesto, è la gioia che traspare dagli occhi di questa futura pensionata a meritare di essere portata alla luce.

Quanto è felice di andare in pensione? «Tanto. Diciamo che, dal primo aprile, potrò fare tutto con molta più calma», sorride la donna. Classe 1964, compirà 60 anni il prossimo 10 novembre. Ne aveva dunque poco più di trenta quando venne assunta in Miles, «ma lavoravo già da più di dieci anni, dopo i tre anni di scuola da figurinista al Montagna moda».

La storia di Liliana Zanotto

Una vita dedicata al lavoro e alla famiglia, la sua. Quella che si è dovuta faticosamente e tenacemente costruire, da sola: il figlio Enrico, che oggi ha 32 anni, aveva appena 15 giorni quando il padre se ne andò. «Non è stato facile crescere un bambino da sola, per quanto abbia sempre avuto l’aiuto dei miei genitori, ma ce l’abbiamo fatta».

Inevitabile però che il tempo da dedicare a sé, alle passioni e agli hobby, sia stato sempre poco. Ora però, «finalmente potrò viaggiare, fare passeggiate, andare al mercato e stare di più con la mia mamma, che è molto anziana», fa progetti Liliana, che abita a Costabissara.

Dal primo aprile, come sempre accade quando si chiude il capitolo del lavoro, moltissimo cambierà. «Ho già un viaggio prenotato in Ecuador, per una quindicina di giorni, poi mi piacerebbe visitare la nostra Italia, ci sono troppi posti che ancora non ho visto». Poi c’è il figlio («Torna dal Giappone domani, è in viaggio di nozze»), le amiche («Stasera ho un’altra festicciola con loro e credo ne faremo anche altre»), gli interessi da tirare fuori dal cassetto. Come quello per il massaggio ayurvedico e la riflessologia, «ho seguito dei corsi e ora mi piacerebbe tanto metterli a frutto». 

Il tempo, adesso, non mancherà. Ma della “vecchia vita” da addetta al collaudo del capo finito (e si parla di outfit da passerella, da Alaia a Gucci) cosa le mancherà? «Il senso di appartenenza, le feste di Natale assieme, l’atmosfera familiare - ricorda Liliana - sono stati anni magnifici, che non dimenticherò».

 

Giulia Armeni

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