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Il caso

La condanna è
definitiva: Ghiotto
andrà in carcere

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La Cassazione conferma la condanna per Andrea Ghiotto
La Cassazione conferma la condanna per Andrea Ghiotto
La Cassazione conferma la condanna per Andrea Ghiotto
La Cassazione conferma la condanna per Andrea Ghiotto

VICENZA. Quattro anni e tre mesi di reclusione per bancarotta ed evasione fiscale. E per Andrea Ghiotto potrebbero aprirsi presto le porte del carcere: la condanna inflitta dalla Cassazione ora è definitiva. Anche se la difesa ha annunciato un ulteriore ricorso. La Suprema corte ha accolto in buona parte le osservazioni della difesa di Ghiotto, 47 anni, residente a Zermeghedo in via Puccini, che con l'avvocato Lucio Zarantonello osservava come tutti i 26 capi di imputazione per reati tributari, che la procura di Vicenza gli aveva contestato, sulla scorta delle indagini del nucleo di polizia economico-finanziaria e della compagnia di Arzignano della guardia di finanza, relativi alla gestione dell'Arzignano Grifo calcio a 5 e della srl che si occupava della pubblicità, fossero prescritti. Per tutti i reati, compresa la bancarotta fraudolenta documentale e per distrazione, Ghiotto era stato condannato a 6 anni e mezzo nell'ottobre 2014 dal tribunale di Vicenza, ridotti di due mesi dalla corte di Appello di Venezia. I giudici lagunari, però, avevano applicato la sentenza Taricco, che esclude la prescrizione per i reati fiscali piú gravi. Ora la Cassazione ha invece ritenuto che siano cancellati dal tempo, perché erano stati già commessi all'epoca della sentenza europea. «È una questione di legalità - ha detto l'avvocato Zarantonello -, perché altrimenti la norma diventa retroattiva». Per le stesse ragioni, sono stati assolti per prescrizione Eros Dal Ben, 66 anni, di Arzignano (avvocato Matteo De Meo), e Luca Filippozzi, 48 anni, di Arzignano (legali Cristina Zappia e Annalisa Cortese).

 

E così, il principale dei numerosissimi procedimenti in carico a Ghiotto per il suo passato burrascoso si è concluso sì con un sensibile sconto di pena, ma con una condanna superiore ai 4 anni, che significa galera. Ma la difesa rimarca un errore degli ermellini, che hanno ritenuto il disoccupato di lusso responsabile della bancarotta del Grifo srl e di due reati fiscali: l'omessa presentazione dei redditi 2009 delle due società, "prescritti fra marzo e aprile". Ghiotto chiederà una revisione. Ma è verosimile ipotizzare che le manette possano scattare prima.

Fra l'altro, la stessa Cassazione ha rimandato gli atti a un'altra sezione della corte di Appello per valutare l'entità della confisca al faccendiere. In quella sede si valuterà probabilmente anche al risarcimento alle parti civili, che rappresenta uno degli aspetti peculiari del procedimento. In primo e secondo grado, infatti, i giudici avevano condannato Ghiotto a pagare una provvisionale di un milione di euro di danni d'immagine all'Agenzia delle entrate (avvocato Stefano Bonora), e altrettanto alla curatrice fallimentare di Arzignano Grifo srl Ilaria Zaltron, che aveva chiesto 17 milioni di euro con il legale Nando Cogolato: si tratta del debito tributario accumulato da Ghiotto. Il quale ha accumulato finora piú di 10 anni di condanne; circa 6 definitivi.

 

Le Entrate volevano i danni dal vicentino per la famigerata intervista del 2010 alla Rai, che ben rappresentò il personaggio. «Tasse? Sono una parola complicata», disse Ghiotto. «Tu hai fatto l'evasore. L'evasore totale. Come ti senti?», chiese l'intervistatore. «Tranquillo, dov'ê il problema - rispose -? Io non ho ammazzato nessuno, nè stuprato, non ho ucciso. Ho fatto un po' di evasione ma non lo vedo come un fatto così grave», disse in dialetto, dimenticando contestazioni tributarie per decine di milioni di euro. Quest'inchiesta, fin da subito, fu indicata dallo stesso indagato come la piú temibile, perché sapeva che la bancarotta ha tempi di prescrizione molto lunghi. Quella previsione oggi rischia di pagarla carissima, anche perché sono in corso molti altri processi.

Diego Neri

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