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L'allarme

Incendi, allerta rossa: aumenta il rischio in tutta la provincia

di Karl Zilliken

Il Vicentino brucia nel periodo più nero dell’anno. Bollettino dello scorso mercoledì: alle 16.15 i vigili del fuoco di Lonigo sono intervenuti a Noventa per un incendio di sterpaglie; alle 16.20, i loro colleghi di Bassano sono usciti dal comando per raggiungere Cartigliano sempre per lo stesso motivo. Alle 16.40, poi, i pompieri di Asiago hanno dovuto domare un incendio non controllato che lambiva un bosco. Tutto questo mentre era in corso l’ennesimo spegnimento di un rogo sul monte Summano. Durante la mattina di ieri, ancora sterpaglie in fiamme, questa volta accanto alla stazione delle corriere di Recoaro. «Stiamo tenendo sotto osservazione la qualità dell’aria», ha dichiarato il presidente del Veneto Luca Zaia.

I tre elementi Il vice-dirigente del comando dei vigili del fuoco di Vicenza, ingegner Leonardo Rubello, spiega: «Questo periodo dell’anno, nel passaggio tra inverno e primavera, riserva sempre molte incognite. Tra 2021 e 2022 c’è stata una carenza di precipitazioni nevose e quest’anno si sta verificando una forte carenza d’acqua perché sono circa tre mesi che non piove. Questo influisce sulla massa combustibile presente nel sottobosco, con fogliame, aghi e con gli alberi schiantati durante la tempesta Vaia nel 2018 che ha aumentato questa massa e rappresenta un ulteriore pericolo di incendio per le montagne». Questo periodo è particolarmente critico in determinate zone: «L’area pedemontana come quella del Tretto a Schio ma anche l’Altopiano di Asiago e la catena dei Berici sono realtà territoriali che rappresentano un grande problema in questo periodo. Oltre a siccità e grande quantità di materiale combustibile, c’è da aggiungere l’azione del vento che dopo l’ignizione permettono lo svilupparsi delle combustioni. Come tutti gli incendi, anche quelli di bosco partono da superfici molto piccole come una semplice sterpaglia». 

I numeri «Nel 2020 abbiamo avuto circa 200 incendi territoriali o di vegetazione, i cosiddetti incendi di sterpaglia. Nello stesso anno, ci sono stati 20 incendi di bosco; l’anno scorso invece, a fronte di 212 incendi di vegetazione, si sono sviluppati 30 incendi di bosco mentre quest’anno abbiamo circa 85 incendi “territoriali” e 4 incendi di bosco». Ai quali si aggiungono almeno quattro episodi, avvenuti nelle ultime 48 ore. Numeri aggiornati anche grazie alla collaborazione tra i vigili del fuoco e i carabinieri forestali che si occupano in particolar modo degli incendi boschivi. 

Le competenze «Questi incendi - prosegue Rubello - vengono gestiti dalla Regione perché fanno parte delle competenze delegate; noi ci inseriamo nell’intervento di interfaccia. Si tratta degli interventi che coinvolgono la salvaguardia delle abitazioni ma anche la tutela delle strade e non solo quelle di primaria importanza, ma quelle a grande percorrenza di ordine agrosilvopastorale che magari vengono frequentate sovente da chi va in malga». 

Il vademecum «Basterebbe usare il buon senso e rispettare i divieti esistenti - sintetizza in chiusura l’ing. Rubello - Si risolverebbe gran parte dei problemi triturando le ramaglie e non bruciandole. Anche quando i rami possono sembrare spenti non è detto che le poche braci attive, se spostate dal vento, raggiungano aree critiche causando roghi». Per quanto riguarda sigarette e fiammiferi, per esempio, bisogna spegnerli completamente ma non per terra. È bene evitare di gettare mozziconi di sigaretta dai finestrini di auto e treni. Per chi vuole fare un picnic da ricordare che è vietata l’accensione di fuochi nei boschi o nelle loro vicinanze. Si può fare solo in aree attrezzate con appositi bracieri che sono indicate da specifici cartelli. Il cuoco è chiamato a sorvegliare sempre il braciere e a spegnerlo anche con l’uso di acqua. È buona regola portare via i rifiuti che possono essere molto infiammabili, e gettarli a casa. Attenzione anche ad auto e moto: non parcheggiarle su erba e foglie secche: la marmitta rovente potrebbe incendiarle. 

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