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Tra calcio e bilancio

Il Vicenza rischia
adesso lo sfratto
dallo stadio Menti

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Lo stadio Menti
Lo stadio Menti
Lo stadio Menti
Lo stadio Menti

VICENZA. Si scrive Vicenza ma si legge Modena. Il paragone per il momento è molto lontano, ma le preoccupazioni cominciano a farsi concrete. Non tanto (e non solo) tra i tifosi, ma anche lungo i corridoi di palazzo Trissino, dove da una parte si guarda il calendario, dall’altra il conto corrente e nel frattempo si cerca di tenere a distanza la minaccia della Corte dei conti. Perché quella rata, la seconda di dodici, che doveva essere versata a fine ottobre per pagare al Comune il debito da mezzo milione, ancora non è stata saldata. E se non arriverà entro fine anno l’amministrazione sarà costretta a dare il benservito alla società e a chiudere a chiave lo stadio Menti; come, appunto, accaduto nel capoluogo emiliano. «Purtroppo la situazione societaria è fluida. A rigor di logica Boreas ha comprato, ma a rigor di logica l’interlocutore è ancora Franchetto. Il risultato? Nessuno paga», aveva dichiarato Umberto Nicolai, assessore alla formazione, qualche giorno fa. E in effetti nessuno ha ancora pagato la seconda rata (su dodici complessive) da 41 mila euro per saldare il debito riguardante gli affitti arretrati. Doveva essere pagata a ottobre, si attendeva una risposta entro metà dicembre, ma pare non arriverà.  Ecco perché, in questa situazione societaria che per utilizzare le parole dell’assessore Nicolai «è fluida», l’amministrazione non intende farsi trovare impreparata o rischiare di finire sotto la lente della Corte dei conti. Se i soldi della seconda rata dello spalmadebiti non arriveranno entro le prossime settimane, «dovremo avviare alcune azioni - aveva specificato Nicolai - come ad esempio è accaduto a Modena, perché siamo amministratori di beni pubblici e di soldi pubblici». Il che significa che il Vicenza Calcio, se non salderà il debito, rischierà di essere sfrattato dal Menti. 

Nicola Negrin

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