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La testimonianza

Il vicentino a Kiev: «Tra sirene e bunker, sappiamo che stanno arrivando i carri armati»

Il vicentino Michele Lacentra in una Kiev deserta e, a destra, il bunker nel quale si rifugia
Il vicentino Michele Lacentra in una Kiev deserta e, a destra, il bunker nel quale si rifugia
Kiev, la testimonianza del vicentino Michele Lacentra / 2

Le sirene antiaeree, la corsa verso il bunker, le strade deserte. Sono queste le istantanee che arrivano da una Kiev sotto assedio, con i carri armati dell'esercito russo pronti a invadere la città. Ed ecco allora che in questo clima di terrore e paura una semplice sigaretta o un caffè hanno il sapore della normalità. Una normalità che per chi si trova nella capitale dell'Ucraina, oggi, sembra un ricordo sbiadito.

«L'allarme adesso ha smesso di suonare, ma ci aspettiamo l'attacco a breve». A raccontarlo al GdV è sempre Michele Lacentra, 53 anni, cuoco vicentino, titolare del ristorante "Il Siciliano" a pochi passi dal centro di Kiev. La cantina del palazzo dove abita è diventata il suo rifugio. "Entriamo" virtualmente con lui in quel bunker (VIDEO) dove trovano riparto una quindicina di persone, sistemati alla meglio in giacigli di fortuna. Anche se dormire è praticamente impossibile. «Sappiamo che stanno arrivando i carri armati verso il centro, in alcuni quartieri - racconta - Ogni tanto usciamo fuori per prendere una boccata d'aria, fumare una sigaretta o bere un caffè. E ne approfitto per contattare i miei familiari in Italia e far sapere che sto bene. Nel frattempo, aspettiamo notizie».

Il 53enne esce dal cortile e con il telefonino filma una Kiev spettrale. «Le strade sono completamente deserte, c'è una calma un po' strana». Il preludio a una nuova notte di terrore, perché «gli attacchi di solito iniziano la sera». «Ci stiamo organizzando - conclude Lacentra - per vedere se è possibile andare via da Kiev in autobus o in macchina, ma ora è certamente più difficile». 

Nicola Gobbo

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