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LA STORIA

Il sogno di Alberto: «Le mie “braghe” per i climbers amanti del vintage»

di Sara Marangon
L’universitario ha scoperto la passione per l’arrampicata nel 2020 e poi ha avuto questa idea imprenditoriale
Per Alberto Olivan l’arrampicata è diventata uno stile di vita MARANGON
Per Alberto Olivan l’arrampicata è diventata uno stile di vita MARANGON
Per Alberto Olivan l’arrampicata è diventata uno stile di vita MARANGON
Per Alberto Olivan l’arrampicata è diventata uno stile di vita MARANGON

Dalle discoteche alle falesie. Dall’organizzare eventi nei locali a progettare viaggi per arrampicare. Così è cambiata la vita del 22enne Alberto Olivan, che si è scoperto climber nel 2020 e che ha all’attivo la “Perkins plus” grado 8a+ in Val Frenzela e la “Passo falso” di Lumignano, classificata 8a. Per il giovane di Noventa Vicentina l’arrampicata è diventata un vero e proprio stile di vita tanto da fargli venire un’idea: aprire un e-commerce per vendere pantaloni dedicati a questo sport.

Il nome? Presto detto: “Braghe”

«Quando ho iniziato ad arrampicare andavo in pigiama - racconta Alberto Olivan, studente alla sede vicentina della facoltà di Economia e innovazione aziendale dell’università di Verona -. Non ricordo quanti ne ho rotti, ma erano morbidi e mi trovavo bene. Finché mio zio mi regalò un paio di pantaloni vintage che aveva usato lui negli anni ‘80: bellissimi, ma non particolarmente comodi in alcune fasi della scalata. Ad ogni modo li ho consumati. Così mia mamma, che lavora nella moda e sa cucire, dopo averli rattoppati infinite volte decise di crearmene un modello con gli scarti sartoriali: una stoffa a righe arancioni e blu. È nato così il primo paio di “Braghe”. Ogni volta che andavo in falesia c’era sempre qualcuno che mi chiedeva dove li avessi comprati, è stato allora che ho pensato a una piccola produzione per climbers vintage dentro come me».

I primi 20 modelli

Ecco nascere i primi 20 modelli di “Braghe”: uno diverso dall’altro perché realizzati con materiali riciclati e ognuno con il nome di una via. Occhiali da sole d’altri tempi, capello lungo spettinato, sorriso genuino e le immancabili “braghe” addosso, il giovane prosegue nel racconto delle sue avventure.

«In California, dove sono andato lo scorso novembre ad arrampicare con due amici, sono diventati matti per questi pantaloni. Su Instagram ho venduto le prime paia e ho iniziato a pensare più in grande. Siamo arrivati ad avere i prototipi definitivi dei due modelli che andremo a realizzare: il primo più largo denominato “Offwidth” e il secondo più stretto chiamato “Finger crack”. La cosa più difficile è stata trovare la giusta forma che consentisse liberà, mobilità e comodità nei movimenti in falesia. Spesso noi climbers ci troviamo a stare in spaccata alla Manolo, a ranocchia come Edlinger o ad eseguire lolotte impossibili alla Adam Ondra e per farlo abbiamo bisogno di un abbigliamento che non ci blocchi».

I sogni di Alberto

I numeri sono quelli di una piccola realtà artigianale, ma i sogni di Alberto Olivan viaggiano già in grande e se tutto va come deve andare ben presto il piccolo business made in Vicenza potrebbe vestire arrampicatori di fama. «Adesso che l’e-commerce è on line mi piacerebbe che le “Braghe” arrivassero oltre oceano - ammette - Ne ho parlato con il professore di diritto commerciale: mi ha incoraggiato dicendomi che è un gran bel progetto. Anche i miei compagni di università sono entusiasti».

Ma poi, l’arrampicata, come l’ha scoperta? «Ho provato per la prima volta nel 2020 con mio cugino. La svolta è arrivata durante il covid: non potendo fare altro mi allenavo ogni giorno con gli amici». 

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