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La bufera sugli Alpini

I sindaci delle tre adunate vicentine. «Goliardia, rispetto ma nessuna polemica»

Nel 2008 l’adunata nazionale si è tenuta a Bassano del Grappa (Foto Archivio)
Nel 2008 l’adunata nazionale si è tenuta a Bassano del Grappa (Foto Archivio)
Nel 2008 l’adunata nazionale si è tenuta a Bassano del Grappa (Foto Archivio)
Nel 2008 l’adunata nazionale si è tenuta a Bassano del Grappa (Foto Archivio)

Tre adunate in trent’anni. Prima Vicenza, poi Asiago e quindi Bassano. Dal 1991 ad oggi per ben tre volte il Vicentino ha ospitato gli alpini. Come a Rimini, anche in terra berica migliaia di penne nere (e non solo). Ma cosa è accaduto in quelle occasioni? Lo abbiamo chiesto ai primi cittadini dell’epoca.

A Vicenza. Nel 1991 Achille Variati, che era al suo primissimo mandato da sindaco del capoluogo, si è ritrovato a gestire due eventi assai impegnativi. Uno è stato l’arrivo in città del Papa, l’altro è stato proprio il raduno nazionale delle penne nere. «Ne arrivarono 300 mila», ricorda. Un’organizzazione complessa. «Sì, ma fortunatamente non ci furono intoppi. Funzionò tutto bene: merito di tutti, nostro, delle forze dell’ordine, degli alpini, che hanno anche un loro servizio d’ordine efficientissimo. E ricordo che quando ci fu la sfilata, immediatamente gli alpini pulivano il percorso dalle cartacce. È stata un’adunata all’insegna della goliardia, del rispetto verso la città ospitante, della civiltà e dei valori di impegno e solidarietà che gli alpini rappresentano. Non ci fu nessun problema. Tanto meno problemi di cui sento parlare ora». Il riferimento ovviamente è a Rimini. «Se qualcuno ha sbagliato, che si tratti di un alpino o di un non alpino, lo dico perché tanti dei partecipanti all’adunata magari comprano il cappello alle bancherelle ma non sono alpini, è giusto che paghi e non si possono minimizzare le cose o ridurre tutto a fenomeni di folklore. Detto ciò, da parte mia posso dire per esperienza che quando un sindaco si rivolge agli alpini per qualche esigenza non si sente mai rispondere di no. Perché loro davvero sono sempre a servizio della propria comunità. Le dico un dato: sotto la pandemia le ore di volontariato degli alpini sono state 5,7 milioni». Variati, poi, boccia la petizione per far sospendere le adunate per i prossimi due anni: «Mi pare una sciocchezza: allora non facciamo più nemmeno i festeggiamenti di Capodanno in piazza? Non sono d’accordo con le generalizzazioni, non si può fare di tutta l’erba un fascio: è ingiusto verso un corpo glorioso che si spende per il prossimo». E l’esponente del Pd tifa per Vicenza: «Mi auguro che la candidatura di Vicenza venga accolta e che l’adunata del 2024 si tenga in città». 

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Sull’Altopiano. Maggio 2006, sull’Altopiano calano decine di migliaia di alpini per la 79esima adunata nazionale. Si arriverà a 150 mila penne nere, cui si aggiungono altri 100 mila tra famigliari e simpatizzanti. Un caleidoscopio di colori, canti e genti da tutta Italia che ha portato a tre giorni di allegra anarchia nel capoluogo altopianese, la cui gestione è stata particolarmente difficoltosa per la mancanza di parcheggi, di mezzi e soprattutto di spazi rispetto a una grande città. «Per fortuna tutto è filato liscio - ricorda Andrea Gios, allora sindaco asiaghese -. Sulle recenti polemiche sorte attorno all’adunata di Rimini e le accuse di molestie alle donne posso solo dire che all’adunata altopianese non ci sono state denunce di questo genere. L’unico problema che abbiamo avuto in realtà era con gli ambulanti che volevano posizionarsi nelle strade del centro, cosa che siamo riusciti con fatica ad evitare grazie anche al supporto della prefettura e dell’Ana nazionale». «C’è poi da sottolineare - prosegue - che le forze dell’ordine locali, stiamo parlando di una quarantina di unità tra carabinieri, guardia di finanza, forestali e polizia locale, sono stati rafforzati con una settantina di agenti della polizia di Stato che però il sabato pomeriggio sono stati dimezzati per il servizio d’ordine agli stadi di calcio. Quindi nel momento più intenso le forze dell’ordine erano diluite ma ciò nonostante non ci sono stati particolari problemi di ordine pubblico in generale e non mi risultano episodi molesti». E su Rimini: «L’Ana nazionale dovrebbe scegliere sedi per l’adunata in zone dalla forte tradizione alpina. Tanto più con il calo degli iscritti a causa della sospensione della leva obbligatoria anche realtà più piccole come Asiago possono gestire un’adunata; realtà che capiscono gli alpini, che li fanno sentire a casa e che sanno anche gestire eventuali eccessi dando la giusta interpretazione a comportamenti che, voglio credere, non siano dettati da malvagità bensì da una goliardia che può diventare esasperata e quindi incompresa. L’augurio è che chi si sia comportato male venga identificato e punito, se poi è un alpino venga cacciato dalla famiglia delle penne nere». 

A Bassano del Grappa. «Nessuna denuncia di molestie o comportamenti fuori luogo nei tre giorni dell’adunata, nessuna denuncia successiva. Solo, a distanza di anni, il ricordo di quelle giornate indimenticabili e, se mai si ripresenterà l’occasione, il desiderio di riportare in città tutte le penne nere d’Italia». Gianpaolo Bizzotto era il sindaco di Bassano nel 2008 quando dal 9 all’11 maggio la città fu sede dell’adunata nazionale che portò ai piedi del Grappa oltre mezzo milione di alpini. «In centro, nelle piazze e sul Ponte – prosegue – c’era solo il desiderio di stare insieme e lasciarsi contagiare dallo spirito alpino. Questo, al punto che, alla prima riunione per tirare le somme della tre giorni, la domanda che circolava con maggiore frequenza era “Quando facciamo un’altra adunata?”». Nessuna segnalazione. Merito, con ogni probabilità di un servizio d’ordine voluto dal sindaco “orgogliosamente Alpino”. Alle forze dell’ordine e al personale di Ana e protezione civile erano stati, infatti, affiancati i quasi 400 tra dipendenti e collaboratori del Comune. «Si trattasse della guardiania a una mostra o al museo, di fornire informazioni a chi era arrivato da lontano o di disciplinare il traffico nei punti caldi della città, facemmo in modo che la presenza costante del nostro personale, anche dopo il tramonto, funzionasse da deterrente e allo stesso tempo alleggerisse il lavoro delle forze dell’ordine in modo che queste ultime potessero dedicarsi alle questioni cruciali». Altra variabile «la sintonia tra amministrazione e vertici dell’Ana. Del resto gli alpini sono un corpo benemerito tra i benemeriti e qui da noi basta guardarsi attorno per leggere sul territorio i segni visibili della solidarietà alpina. A Rimini possono essere accaduti ad opera di singoli, degli episodi da condannare, ma il mio “grazie” alle penne nere è forte e chiaro».

 

Roberta Labruna / Lorenzo Parolin

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