Sabato, oggi come allora. Sono passati 79 anni dall'esplosione di quelle bombe e i segni sono ancora evidenti. Nella memoria della città, certo, ma anche sul suo patrimonio. Sui muri delle case, sui cancelli delle corti tra intonaco scavato e lamiere perforate. Basta fare un giro in viale Trento per trovarsi di fronte alla testimonianza della violenza di quegli ordigni sganciati su Vicenza.
Impossibile, una volta notati i fori, non pensare a quei momenti drammatici. Un attacco con l'uso delle bombe che in zona conoscono come "a spillo" e definiscono «micidiali». «Dopo il bombardamento qui davanti, seduti a terra e posati alla recinzione, c'erano due bambini. Quando la gente li ha visti, li ha chiamati per svegliarli, ma erano già morti», ricordano, riportando aneddoti che restano vivi nella memoria del quartiere, due residenti di via Cavalli, laterale di viale Trento.
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Il ricordo li coglie davanti a una casa, quella al civico 5, che oggi più che mai ha un valore speciale. La facciata frontale e quella laterale mostrano infatti ancora i segni lasciati dalle schegge delle bombe. Un "mitragliamento" che ha colpito tutto e tutti. «Io abito qui da cinquant'anni - racconta un'altra residente della zona - e mi è stato detto che qui davanti c'era una casa dove è morta una signora che quando sono cadute le bombe stava stendendo i panni. Il marito aveva provato a chiamarla e a dirle di mettersi al riparo, ma non è bastato».
«Da piccoli giocavamo nel cortile qui dietro - è un altro ricordo di chi è cresciuto nelle laterali di viale Trento - e per anni abbiamo trovato schegge delle bombe». La facciata della casa non è mai stata rifatta e dunque i segni di quelle bombe si sono "salvati" dall'oblio.
Lo stesso vale per il cancello dell'attuale Autofficina Mattiello, che sorge dove un tempo si trovava l'abitazione di Domenico Fantin. Un cancello in metallo dove, nella parte bassa, i fori e gli avvallamenti lasciati dalle schegge sono decine. «Si tratta di un cancello storico - spiega oggi il titolare dell'attività - noi lo abbiamo trovato così e lo abbiamo mantenuto. Come si vede, ha i segni del bombardamento del 1944».
«Le "bombe a spillo" progettate per uccidere donne, bambini, civili, militari causarono centinaia di morti. "L'unica vittoria della guerra è la pace", è il monito che viene dalla memoria di quella giornata di 79 anni fa. Monito ancor più attuale in questi giorni", è la riflessione di Giovanni Rolando, ex consigliere comunale.