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Il nodo

Gli sfollati ucraini nel Vicentino e i 2.800 permessi. Rinnovo al fotofinish

di Marco Scorzato
Documenti necessari per sanità e lavoro. Ieri sera il governo ha varato la proroga: stanziati 360 milioni
Tra i profughi ucraini tanti minori
Tra i profughi ucraini tanti minori
Tra i profughi ucraini tanti minori
Tra i profughi ucraini tanti minori

Quattordici milioni di sfollati, di cui 6 milioni in patria e 8 milioni fuggiti dal territorio ucraino. Una marea umana, formata per lo più da donne e minori, riversatasi anche in Italia, Vicenza compresa. Dall'invasione russa del 24 febbraio 2022 il Vicentino ha visto l'ingresso complessivo di 3.385 sfollati di guerra ucraini. Di questi, 2.856 (di cui 892 minori in età scolare) hanno richiesto il permesso di soggiorno per protezione temporanea, la forma eccezionale di protezione approntata dall'Unione europea e dal governo italiano per garantire immediata tutela alle persone che sono sfollate dall'Ucraina dall'inizio del conflitto. Si tratta di permessi che hanno la durata di un anno e la cui scadenza era fissata al 3 marzo. Fino a ieri pomeriggio (giovedì 23 febbraio) mancava ancora il decreto del governo che sancisse la proroga, per sei mesi o un anno, della protezione temporanea. Una circostanza che ha creato apprensione tra gli ucraini e tra gli operatori dell'accoglienza, che li affiancano nelle incombenze burocratiche e nell'assistenza, perché dal permesso dipendono l'assistenza sanitaria, la possibilità di avviare un lavoro e, dalla parte di chi ospita, la copertura finanziaria del progetto di accoglienza. Il decreto tanto atteso, ieri sera, ha ottenuto il via libera in Consiglio dei ministri con uno stanziamento di 360 milioni di euro complessivi.

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I profughi ucraini nel Vicentino

A fare il punto sulla presenza ucraina nel Vicentino è stata ieri la prefettura, che ha fornito una fotografia in numeri di questo anno drammatico. Negli ultimi 12 mesi la maggior parte degli ucraini è giunta nel Vicentino in modo autonomo e così ha trovato sistemazione. Una parte comunque consistente ha invece avuto accoglienza nei centri straordinari gestiti dalla prefettura: nell'anno trascorso, «sono stati accolti complessivamente 901 sfollati - fa sapere l'ente di contra' Gazzolle - Di questi, 427 persone (il 47%) hanno rinunciato volontariamente all'accoglienza e 264 di tale ulteriore contingente hanno dichiarato di uscire dall'accoglienza per fare rientro in Ucraina. Attualmente, risultano pertanto in accoglienza 474 cittadini ucraini sfollati (319 femmine e 155 maschi), i quali alloggiano in 77 strutture di micro-accoglienza, prevalentemente appartamenti, dislocate nell'interno territorio provinciali». Tra queste persone in accoglienza in strutture pubbliche, «145 alloggiano in immobili gestiti dai Comuni di Santorso, Sandrigo, Schio e Valdagno», a seguito della stipulazione di appositi accordi con la prefettura. Non solo: nella rete di seconda accoglienza - il Sistema accoglienza e integrazione, Sai - sono inseriti 15 ucraini sfollati.Una marea umana che è fatta anche di tanti bambini e ragazzi. La prefettura calcola che circa «350 minori ucraini si sono iscritti alla scuola dell'obbligo negli anni scolastici 2021/22 e 2022/23», mentre non c'è una stima di quanti siano gli ucraini che hanno trovato lavoro nel Vicentino, ma sono numerosi e, spiega la prefettura, hanno trovato impiego soprattutto nel settore tessile e socio-sanitario e nel lavoro domestico.

Il permesso di protezione temporanea attiva

Come detto, per tutti gli ucraini rimasti fino a ieri incombeva l'incognita del permesso di soggiorno in scadenza tra una settimana. A livello europeo era già previsto che potesse essere rinnovato per un altro anno, ma il decreto italiano ancora non c'era. Questione di forma ma anche di sostanza visto che il permesso di protezione temporanea attiva, come ricorda la prefettura, «il riconoscimento di una serie di diritti civili e sociali, tra cui: il diritto di soggiorno e libera circolazione; l'accesso al mercato del lavoro; l'istruzione, l'assistenza sociale e l'assistenza sanitaria, con le stesse tutele dei cittadini italiani; l'accoglienza in strutture pubbliche o il diritto a beneficiare temporaneamente di un contributo di sostentamento». «La scadenza si conosce da un anno ma ancora non c'è notizia di tempi e forme della proroga: ci aspettiamo che arrivi all'ultimo, all'italiana», dicevano ieri mattina alcuni operatori dell'accoglienza, sdrammatizzando con una battuta quella che era una preoccupazione. In serata il Consiglio dei ministri ha finalmente varato il decreto che proroga la protezione temporanea, stanziando 360 milioni di euro.

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