«Il leone di San Marco è incazzato. Il leone col libro simbolo di pace, il libro lo sta chiudendo». Così Luca Zaia, presidente del Veneto, dal palco di Pontida rilancia la battaglia per l'autonomia differenziata. «Non è la secessione dei ricchi, ma l'attuazione della Costituzione» dice.
E mentre parlava Zaia, i consiglieri regionali leghisti hanno srotolato il grande bandierone col Leone di San Marco.
Il governatore punta tutto il suo intervento su due temi: l'autonomia e la lotta all'immigrazione clandestina. Non cita Salvini, non cita Marine Le Pen, la leader della destra francese invitata dal segretario federale, mossa che ha suscitato il disappunto e la protesta anche di alcuni big della Lega. Zaia schiva ogni rischio polemico e cita solo von der Leyen, la presidente della commissione europea che a suo avviso non fa abbastanza per proteggere l'Italia dagli sbarchi.
Sul prato bandiere di ogni colore: verde padano, blu salviniano, leoni di San Marco, Lega lombarda, Mori sardi, prima il nord e prima gli italiani. È la Lega di oggi, un mix di anime accenti e sensibilità diverse. Su un punto si trovano, nel contestare "la sinistra".
La Lega vicentina e veneta oggi a Pontida
«Sui nostri pullman ci saranno pane, soppressa e sottaceti». Quella del segretario provinciale della Lega Dennis Frison non è solo, come potrebbe sembrare, una nota di colore. No, è anche un modo per provare a riaffermare che lo spirito delle origini o del leghismo ruspante dei "barbari sognanti" che con l'avvento di Matteo Salvini sembra ad occhi esterni lontano anni luce, è ancora lì. E oggi si trasferirà a Pontida.
Big vicentini tutti presenti e cinque i pulman da 52 posti ciascuno partiti dalla provincia berica per raggiungere il "sacro suolo". «Pontida è sempre Pontida: per noi - prosegue Dennis Frison - è un momento di unione, un ritrovarci con i nostri militanti, anima e cuore della nostra Liga Veneta».

Liga Veneta che vive un momento agitato, c'è chi viene dato in uscita, ci sono voci critiche rispetto alla linea di Salvini, c'è anche del malessere per la decisione di invitare come ospite d'onore a Pontida la leader dell'estrema destra francese Marine Le Pen. «Voci critiche? La linea è quella di Salvini e noi l'abbracciamo. È vero che è un momento non semplice, ma io sono in Liga da 30 anni, di periodi difficili ne ho visti. Come ogni volta ripartiamo, dai nostri pilastri». Sempre che nella Lega di Salvini ci sia ancora spazio per quei pilastri. «Certo che sì. Sto facendo dei direttivi itineranti in giro per la provincia ed è incontrando la base che mi rendo conto che la Lega c'è e che la via maestra rimane l'autonomia».

La parola d'ordine dei veneti è sempre "autonomia". Anno dopo anno, Pontida dopo Pontida. Ciò che è certo è che Salvini dal pratone bergamasco aprirà la campagna elettorale per le Europee e quello di oggi è un test per capire se tra il 34% preso 5 anni fa e il 9% delle Politiche c'è margine per riequilibrare i rapporti di forza con FdI. Con un occhio anche alle future Regionali che potrebbero diventare terreno di contesa tra alleati: «Sono convinto - chiude Frison - che alle Europee Salvini ci saprà condurre verso risultati inaspettati. Le Regionali non sono un tema, Zaia ha altri anni di ottimo governo davanti. E noi speriamo nel terzo mandato» (Roberta Labruna)