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LO STUDIO

Giovani e dipendenza da internet. Sette su 10 navigano tutti i giorni

di Claudia Milani Vicenzi
Gli esperti mettono in guardia sui rischi della sovraesposizione: disturbi del sonno, dell’attenzione, miopia, obesità
Le ragazze e i ragazzi tra gli 11 e i 15 anni che mostrano un uso “problematico” dei social sono il 12,4%
Le ragazze e i ragazzi tra gli 11 e i 15 anni che mostrano un uso “problematico” dei social sono il 12,4%
Le ragazze e i ragazzi tra gli 11 e i 15 anni che mostrano un uso “problematico” dei social sono il 12,4%
Le ragazze e i ragazzi tra gli 11 e i 15 anni che mostrano un uso “problematico” dei social sono il 12,4%

Iperconnessi, sempre chini sullo schermo di uno smartphone o di un tablet o davanti di un pc. Giornate che trascorrono tra social, videogiochi, reel, stories e chat con gli amici. I dati emersi dal 14esimo atlante dell’infanzia a rischio dal titolo “Tempi digitali” di Save the Children non sono incoraggianti. Anzi. Nella nostra regione il 69% di bambini e adolescenti tra i 6 e i 17 anni utilizza internet tutti i giorni e il 60%, sempre tutti i giorni, lo smartphone. Le ragazze e i ragazzi tra gli 11 e i 15 anni che mostrano un uso “problematico” dei social sono il 12,4%. 

Fino a 2 anni schermo vietato

«L’Oms ha detto chiaramente che i bambini non dovrebbero stare davanti a uno schermo almeno fino ai due anni - spiega la psicologa Giulia Disegna, psicologa e psicoterapeuta specializzata in disagio adolescenziale e cofondatrice di No Pasa Nada - invece purtroppo non è così e si comincia già dai primi mesi. La sovraesposizione alla lunga è causa di disturbi del sonno, dell’attenzione, dello sviluppo. Ansia, depressione e rabbia si manifestano quando, per qualche motivo, non si può o non si riesce ad accedere ai dispositivi e si può persino arrivare a perdere la percezione dei bisogni primari quali sonno e fame».

«Non sto dicendo che internet va evitato, ovviamente si tratta di uno strumento che può essere estremamente positivo - continua - ma che bisogna imparare ad usare. É come un’auto, utilissima e indispensabile per chi sa guidare ma estremante pericolosa per chi non ha la patente. Quindi soprattutto alle elementari, la presenza di un adulto vicino quando lo si utilizza è indispensabile».

Genitori, ecco perchè stare in guardia

La psicologa sottolinea poi due aspetti che i genitori non dovrebbero trascurare: «Non dimentichiamo che spesso i bambini sono online senza saperlo perché le famiglie stesse condividono le loro foto, esponendoli fin dalla tenera età. Il secondo aspetto riguarda l’educazione digitale. Fondamentale per i ragazzi certo, ma ancora prima per i genitori, che devono poter avere gli strumenti per sapere che cosa fanno i loro figli». Una ricetta per “scollare” i propri figli da tablet e social? «Intanto sarebbe importante cercare qualcosa di alternativo da poter fare insieme, poi non sottovalutare mai il dialogo per quanto concerne proprio le loro attività tecnologiche: farsi spiegare che cosa piace loro, perché piace. E magari insinuare qualche dubbio sui rischi e pericoli per farli riflettere». 

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Il punto dell'esperto

Sulla questione è intervenuto anche il manager Ettore Guarnaccia esperto in materia di governo di information & communication technology, cyber security, sicurezza delle informazioni, autore di numerose pubblicazioni e che, negli ultimi anni, ha incontrato, in oltre cento eventi, oltre 7mila adulti e 5mila giovani per divulgare consapevolezza su temi di cybersecurity, cyber risk e sugli effetti dell’abuso del digitale sulla società moderna.

Disturbi psicologici in aumento

«L’aumento progressivo di disturbi psicologici a livelli di massa, in particolare fra i più giovani, ha una correlazione con la diffusione di social media e smartphone. Tutto è cambiato proprio con i cellulari che ci permettono di essere connessi sempre ed ovunque, mentre prima per collegarsi serviva un pc, quindi le possibilità erano minori. Il digitale ci ha promesso di migliorare le relazioni umane, ma in realtà ci ha sottratto molti aspetti cruciali della comunicazione. Non si valutano le conseguenze delle azioni, non si è in grado di capire quali sentimenti si provocano perché non si hanno gli altri davanti. Si perdono i freni inibitori e si arriva all’apatia psichica».

C'è un abuso di massa

«Sistemi di notifica, social media, messaggistica, videogiochi e gioco d’azzardo sono tutti disegnati e sviluppati per mantenere l’attenzione dell’utente sul display il più a lungo possibile. Questo abuso di massa sta generando anche effetti sul piano intellettivo e fisico. Aumento di miopia, sedentarietà e obesità, diminuzione della qualità della vita e spostamento dell’intelligenza dall’essere umano ai dispositivi digitali. Anche il quoziente intellettivo espresso ne risente». 

«La domanda centrale é: voglio essere governato passivamente o voglio essere io a decidere? È fondamentale rendersi conto dell’assurdità della passività. Bisogna insegnare un uso del digitale che sia proficuo e responsabile e per farlo servono programmi strutturati. Così come è fondamentale che i genitori trovino il tempo per stare con i figli quando sono collegati»

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