<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Festival Biblico

Giacomo Poretti: «La Bibbia per me è una lettura abituale, mi è abbastanza familiare»

L'attore e comico: «È un mondo vastissimo Tra le vicende che più mi colpiscono ci sono Abramo e Isacco»

È stato ospite del Festival biblico già due volte, all'inaugurazione nel 2017, con una suggestiva versione della storia di Davide e Betsabea, e alla serata conclusiva dell'anno dopo con un intervento ispirato al suo romanzo "Al Paradiso è meglio credere". Inoltre ha partecipato a una meditazione on line sul tema "La vita è un soffio": il noto attore Giacomo Poretti, del celebre trio Aldo Giovanni e Giacomo, torna a Vicenza per la serata inaugurale del Festival, domani (giovedì 25 maggio) alle 21 in cattedrale.

Con Giacomo anche il biblista Ska

Con lui anche il biblista Jean Louis Ska, lo scrittore Domenico Starnone, e soprattutto la moglie di Poretti, Daniela Cristofori, psicoterapeuta e artista. L'accompagnamento musicale sarà del coro dell'istituto diocesano di musica sacra "Ernesto Dalla Libera", diretto da Pierluigi Comparin, don Fabio Pupillo al flauto e Alessia Luise all'arpa.

Poretti, di cosa parlerà al Festival biblico?
on Daniela Cristofori abbiamo pensato a un intervento sulla Genesi, che è poi il tema di questa edizione del Festival, e in particolare ci siamo ispirati alla storia di Adamo ed Eva, e del serpente naturalmente. Una vicenda che tutti conoscono e che tratteremo con un'interpretazione particolare, ironica, litigiosa. È un argomento molto serio in realtà, ma noi non siamo all'altezza, così abbiamo scelto di affrontarlo in modo comico.

Qual è il suo rapporto con la Sacra Scrittura?
Frequento i libri della Bibbia, al di là di questa iniziativa, per me è una lettura abituale. Mi è abbastanza familiare.

C'è qualche episodio, qualche immagine che la colpisce particolarmente?
È un mondo vastissimo, con centinaia di storie, solo restando nei primi libri tra le vicende che più mi colpiscono ci sono Abramo e Isacco, i figli di Isacco Giacobbe ed Esaù, Giuseppe e i suoi fratelli... Potremmo parlarne per un anno, anche solo fermandoci al Vecchio Testamento. La storia di Davide e Betsabea, ovviamente, di cui ho parlato cinque anni fa. Ma sono davvero tante.

Lei di recente ha utilizzato l'espressione "teatro antenato civile", che cosa intende? 
Credo che il teatro sia stata una delle prime forme di intrattenimento, fin dalle caverne si può dire, quando intorno a un nucleo familiare si doveva raccontare com'era andata la giornata, cosa si era fatto. È stata quella la forma primordiale di teatro civile, per questo parlo di antenato: una realtà con una forza comunicativa incredibile.

C'è un ritorno di interesse per il teatro, dopo le limitazioni per la pandemia?
Il lockdown ha alterato tutto. Forse ne ha sofferto di più il cinema, che dà ancora segnali non proprio positivi, mentre penso che per il teatro sia andata un po' meglio. Speriamo si torni a una situazione migliore.

Lei ha raccontato di dovere al suo parroco la scoperta del teatro.
Sì, da ragazzino, con don Gian Carlo, innamorato del teatro, allestiva anche degli spettacoli prendendo come attori le persone del posto. Penso che la mia esperienza sia stata comune a tanti ragazzini, specie in Lombardia e in Veneto. Poi per alcuni è diventata una professione, come è stato per me. Cito una sua frase: "La comicità ti indirizza verso un senso profondo".

Che cosa vuol dire?
Uno dei primi effetti della comicità è quello di smascherare certi comportamenti. E poi ti porta in un'altra dimensione, che non è la solita quotidianità: per il tempo dello spettacolo ti trasferisce nella dimensione del gioco, una dimensione interpretativa di quello che accade. Ed è, alla fin fine, una modalità di interiorizzazione.

Ha intrapreso di recente anche l'esperienza del podcast. Perché questo interesse?
Poretcast, questo è il titolo del mio podcast, nasce dall'esigenza di incontrare mondi diversi dai miei. È il tentativo di conoscere altre realtà, di far emergere le peculiarità di umanità che vi si trovano. E devo dire che il pubblico è molto interessato.

Gianmaria Pitton

Suggerimenti