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Vicenza

Fu condannato
per l’eccidio
Ora è decorato

Il partigiano Teppa premiato a 93 anni
Il partigiano Teppa premiato a 93 anni
Il partigiano Teppa premiato a 93 anni
Il partigiano Teppa premiato a 93 anni

A settant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, il ministero della Difesa ha deciso di istituire una nuova onorificenza dedicata agli eroi della Resistenza. Il riconoscimento è stato chiamato “Medaglia della Liberazione” e in tutto il Vicentino se lo sono meritati in 84, premiati ieri dal prefetto Eugenio Soldà a palazzo Leoni Montanari. Dall’elenco dei premiati è spuntato anche un nome che non poteva passare inosservato: quello di Valentino Bortoloso, 93 anni, nome di battaglia “Teppa”, della brigata garibaldina “Martiri Valleogra”, uno dei volti dell’Eccidio di Schio. Una figura controversa, unico ancora in vita del commando che fece fuoco su 54 persone imprigionate nel carcere di Schio dopo la Liberazione. Un fatto per il quale Bortoloso era stato condannato a morte dagli Alleati all’indomani della fine della guerra. Ricevendo il premio dal prefetto e dall’assessore allo sviluppo di Schio Anna Donà, Bortoloso avrebbe voluto leggere un piccolo messaggio. Non è stato possibile. L’ex partigiano ha riferito che non aveva alcuna intenzione di fare polemica, perché nel suo messaggio, consegnato al cronista, c’era una semplice dedica del premio «alle genti di montagna».

Bortoloso è stato inserito assieme alle altre 83 persone da premiare in una lista arrivata a contrà Gazzole «direttamente dagli uffici del ministero della Difesa», come spiegano dalla segreteria del prefetto e come confermato anche dal presidente dell’Anpi di Vicenza, Danilo Andriollo. «Il ministero della Difesa ha cercato nei suoi archivi i nomi di tutti coloro che hanno partecipato in qualche modo alla Resistenza e ha deciso di premiarli - afferma -. Negli archivi, ovviamente, c’era anche il nome di Valentino Bortoloso, per cui è stato giusto consegnargli la medaglia. In merito ai fatti di Schio, come Anpi li abbiamo già condannati da tempo, mentre per quanto riguarda Bortoloso credo abbia già pagato per quello che ha fatto. La nostra associazione intende ora proseguire nella linea della “concordia civica”, con la quale abbiamo espresso la nostra vicinanza ai familiari delle persone morte nell’Eccidio».

Il prefetto ha sottolineato che l’iniziativa è stata «fortemente» voluta dal ministero della Difesa. «Si è voluto dare un riconoscimento a tutti i partigiani e agli internati - sottolinea Soldà - per ricordare il loro impegno, a rischio anche della vita, a favore della libertà e della democrazia. Momenti come questo servono soprattutto come messaggio per i più giovani, affinché capiscano che per arrivare alla nostra democrazia e libertà è servito tanto sacrificio».

Oltre a Bortoloso, ieri sono stati premiati anche gli altri vicentini che hanno preso parte alla Resistenza: a patto che non avessero già ricevuto un riconoscimento. La medaglia era destinata a coloro che alla data del 25 aprile 2015 erano ancora in vita. Per chi è morto nell’ultimo anno, il riconoscimento è stato ritirato dai parenti. Ad accompagnare i premiati, c’erano i sindaci dei Comuni di residenza: 33 i municipi rappresentati, a testimonianza di un territorio che alla Liberazione ha dato 12640 combattenti e 2607 tra caduti e deportati.

Enrico Saretta

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