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Ex Lanerossi, rogo nel rifugio dei disperati

Nella mattinata di ieri un rogo  all’interno dell’ex Lanerossi
Nella mattinata di ieri un rogo all’interno dell’ex Lanerossi
Nella mattinata di ieri un rogo  all’interno dell’ex Lanerossi
Nella mattinata di ieri un rogo all’interno dell’ex Lanerossi

Da simbolo dell’operosità di un’intera città a scheletro di cemento abbandonato e inghiottito dall’oblio del tempo, di cui ci si ricorda solamente quando capita qualcosa che non dovrebbe accadere. Come ieri mattina, quando dallo stabilimento dismesso dell’ex Pettinatura Lanerossi ai Ferrovieri si è improvvisamente alzata una colonna di fumo nero talmente densa, che era visibile a qualche chilometro di distanza. Le fiamme, circoscritte a un cumulo di rifiuti soprattutto di plastica, sono state spente in una manciata di minuti dai vigili del fuoco. Che hanno poi chiuso provvisoriamente il cancello principale del complesso che da su via Rossi legando le due estremità di una grossa catena arrugginita con del filo di ferro, che non fermerà di certo la prossima intrusione.

IL ROGO. L’allarme è stato lanciato attorno alle 10.30 da alcuni residenti. Una squadra del comando di via Farini è arrivata poco dopo nell’area di proprietà della milanese Aree Urbane srl in liquidazione assieme alla polizia locale. Il cancello d’ingresso era spalancato, a testimonianza del fatto che qualcuno erano entrato abusivamente. I pompieri hanno quindi individuato il capannone dove era stato appiccato il rogo e lo hanno domato senza particolari problemi. Dopodiché, hanno verificato che erano stati dati alle fiamme sacchetti di rifiuti e mobili in legno.

UN BUCO NERO. L’ex area Lanerossi, sessantamila metri quadrati nel cuore dei Ferrovieri delimitati dalla ferrovia, dall’arsenale e dalle abitazioni, dove le costruzioni di cemento perdono i pezzi di intonaco e vengono inghiottite giorno dopo giorno dalla vegetazione, non è dunque un buco nero sulla cartina geografica della città per tutti. Se fino alla chiusura della fabbrica, avvenuta nel 1994, questo posto era un polo produttivo che dava lavoro a centinaia di persone, ora funge da riparo per senzatetto e sbandati. Non lo dicono solamente l’episodio di ieri e il cancello aperto. Lo dimostrano pure i sacchetti dell’immondizia, gli indumenti e le bottiglie di vetro disseminate per terra. C’è anche una tanica di benzina vuota utilizzata per scavalcare più facilmente la recinzione, che è tagliata in alcuni punti. La zona è frequentata pure da giovani in cerca di forti emozioni. Un anno fa, un ragazzo di 26 anni era precipitato dal tetto di uno degli edifici mentre trascorreva la serata assieme a un gruppo di amici. Il futuro di quest’area è però ancora tutto da scrivere. Nei mesi scorsi era stata avanzata la proposta, subito accantonata, di farla diventare il campo base per il cantiere dell’Alta velocità. Dopodiché, l’ex Lanerossi è tornata ancora una volta nel dimenticatoio.

LE VERIFICHE. Almeno fino a ieri. Alla luce di quello che è accaduto, l’assessore alla Sicurezza Dario Rotondi vuole infatti vederci chiaro. «È il terzo incendio in meno di un anno che si verifica all’interno della struttura, dove però la polizia locale non ha mai trovato nessuno - afferma -. È molto strano, ma non si può parlare di una occupazione abusiva. Da quello che ho potuto capire, potrebbe essere l’azione dimostrativa di un piromane», aggiunge Rotondi. Che conclude: «Ora effettueremo una serie di accertamenti e contatteremo i proprietari dell’area per far chiudere tutti gli accessi».

Valentino Gonzato

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