Rientra dall’ora d’aria e un agente della polizia penitenziaria gli trova addosso della droga, lui lo picchia e picchia anche un suo collega intervenuto per difendere il collega. I due agenti aggrediti nel tardo pomeriggio di ieri all’interno del carcere “Filippo Del Papa” nel quartiere di San Pio X a Vicenza fanno salire a nove il bilancio complessivo degli agenti feriti dall’inizio dell’anno. Ne dà notizia l’Uspp, Unione sindacati di polizia penitenziaria per voce del segretario del Triveneto, Leo Angiulli.
Due agenti aggrediti in carcere a Vicenza
«Nel tardo pomeriggio di ieri - racconta - Nel corso delle operazioni previste e disciplinate dalle norme un detenuto di difficile adattamento rientrava dai cortili passeggi. Durante il rientro, gli veniva contestato il sequestro di sostanze non consentite dalla norme vigenti. In un primo momento, il ristretto si rifiutava di rientrare nella sua cella e, dopo pochi minuti, aggrediva con dei pugni alla nuca il primo agente. Il secondo agente intervenuto in difesa del collega ha subito la stessa sorte e solo l’intervento di altro personale è riuscito a riportare la situazione alla normalità».
Il sindacato precisa che «uno dei due agenti aggrediti era al primo giorno di servizio proveniente da un’altra regione per effetto della mobilità» e che «gli agenti sono stati immediatamente soccorsi e poi trasferiti all’ospedale San Bortolo. Non sono ancora noti i giorni di prognosi che saranno valutati dai medici del pronto soccorso dopo tutti gli accertamenti e i referti del caso».
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Nove gli agenti feriti dall’inizio dell’anno: «Urgenti provvedimenti»
«Non posso esimermi dal segnalare le ferite che oggi la polizia penitenziaria paga ad un prezzo altissimo. Uomini dello Stato che subiscono ingiurie aggressioni e lesioni in alcuni casi permanenti - ricorda Angiulli allarmato - Chiediamo che il personale possa lavorare in totale sicurezza avendo dalla sua parte i rappresentanti dello Stato. Non è più accettabile subire tali aggressioni, si tratta ormai di questioni non più rinviabili. Si chiedono urgenti provvedimenti individuando le giuste soluzioni e assumendo le dovute iniziative per garantire ed assicurare l’incolumità per gli uomini e donne in servizio all’interno dei penitenziari italiani. Ggli eventi critici e le aggressioni a danno al personale sono un triste costanza del sistema penitenziario».
La casa circondariale, il Comune: «Un vero e proprio quartiere della città»
Intanto l’Amministrazione comunale di Vicenza sta avviando un percorso organico per «trattare la casa circondariale come un vero e proprio quartiere della città». Il primo passo è quello di scegliere il nuovo garante dei detenuti. Per questo l’assessore alle politiche sociali Matteo Tosetto e le presidenti delle commissione consiliari Servizi alla popolazione Luisa Consolaro e Diritti e pari opportunità, Martina Corbetti, stanno affrontando il tema.
Un primo momento di confronto si terrà lunedì settembre alle 17.45, quando le commissioni consiliari si riuniranno in seduta congiunta per fare il punto della situazione.
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L'integrazione
Nel frattempo, per puntare all’integrazione con il territorio di un “quartiere” fatto a tutti gli effetti di cittadini a cui prestare attenzione e servizi, in commissione saranno affrontate specifiche esigenze del Del Papa, come la realizzazione di un canale che semplifichi le domande del servizio anagrafico, la previsione di una fermata dell’autobus per lavoratori e familiari, progetti di reinserimento sociale, iniziative di conoscenza, sensibilizzazione e integrazione.
Il garante dei detenuti
Inoltre l’assessore ha dato mandato alla direzione dei Servizi Sociali di avviare l’iter per rivedere i compiti del garante dei detenuti, in coerenza col nuovo protocollo firmato dall’Anci e dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà.
«Carenza di educatori e progetti di formazione per i detenuti»
Nelle linee guida, oltre ad essere indicati i requisiti per la nomina, è prevista l’estensione della competenza in tutti i luoghi dove una persona possa trovarsi privata della libertà, tra cui, oltre agli istituti detentivi, le strutture di responsabilità della forze di polizia, i luoghi di trattenimento dei migranti irregolari, i servizi psichiatrici ospedalieri, le comunità chiuse, anche di tipo socio-sanitario o assistenziale. Gli amministratori hanno avuto incontri preliminari con la dirigenza e il medico del carcere, il garante, il cappellano, un responsabile dei volontari, l’associazione Antigone e preso contatti con la Camera Penale.
«I problemi denunciati - ricordano le presidenti di commissione - non sono nuove. Riguardano le condizioni dei detenuti legate al sovraffollamento cronico, al sottodimensionamento del personale carcerario, alla carenza di educatori e di progetti di formazione per i detenuti».